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Arriva El Niño, aumenta il prezzo del caffè

News ed EventiNewsArriva El Niño, aumenta il prezzo del caffè

Il riscaldamento dell'oceano Pacifico quest'anno potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Con gravi ricadute nei Paesi africani in cui si producono i preziosi chicchi

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In segnali lasciano prevedere che quest’anno El Niño farà sul serio. Il riscaldamento delle acque nelle zone equatoriali dell’oceano Pacifico, che si presenta periodicamente in un arco di tempo che varia tra i 2 e i 7 anni, nei prossimi mesi potrebbe provocare fenomeni atmosferici molto più gravi rispetto alla media, con serie conseguenze sull’agricoltura dei Paesi interessati, specialmente quelli africani. Tra le coltivazioni a maggior rischio c’è quella del caffè, con pesanti ricadute sulla qualità e sulla quantità del prodotto: e quindi sul prezzo, che alcuni importatori potrebbe persino vedere raddoppiato.

Durante l'estate, la temperatura dei mari sudamericani ha fatto registrare 2 gradi sopra la media, in Texas e nell’Oklahoma si sono verificati tornado e bufere di portata eccezionale, in Indonesia il livello del mare si è abbassato di 20 centimetri. Tutto questo, secondo un report di Credit Suisse, fa pensare che El Niño che si preannuncia nell’ultima parte del 2015 potrebbe essere il più forte dal 1950.

Se le previsioni saranno rispettate, le coltivazioni di caffè a maggior rischio saranno quelle africane dell’Uganda e del Kenya. Un vero e proprio colpo alla produzione globale poiché l’Uganda è il settimo maggior esportatore nel mondo: tra ottobre 2014 e luglio 2015 ha esportato 3 millioni di sacchi di caffè da 60 chili. Mentre il Kenya è arrivato a 616.000 sacchi.

E bisogna tenere conto che in Unganda, oltre alla varietà di caffè Robusta (meno pregiata, ma più resistente), viene coltivata su larga scala anche l’Arabica (più pregiata, ma meno resistente). È proprio su questa seconda varietà, molto più costosa della Robusta, che si fermano le apprensioni dei coltivatori e degli esportatori perché un calo della produzione li costringerebbe a una disatrosa politica dei prezzi.

Probabilmente, i consumatori non subiranno direttamente le conseguenze del fenomeno perché la scarsità del raccolto, almeno in un primo momento, verrà compensata dalle scorte e la qualità verrà corretta con sapienti variazioni delle miscele senza alterare gusto e qualità finali. Tuttavia, gli importatori più piccoli rischiano di essere duramente colpiti. Gli economisti ritengono che El Niño possa portare fino a un aumento del 107% dei prezzi sul mercato.

Alessandro Gnocchi
7 settembre 2015

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