Nel pieno svolgimento dei Mondiali di calcio, l’Italia segna un altro ottimo risultato: le Autorità brasiliane hanno comunicato l'approvazione del nuovo certificato sanitario per l'esportazione dall'Italia verso il Brasile di prodotti derivati dalle carni suine. È di ieri la pubblicazione del provvedimento con cui le Autorità locali hanno autorizzato l'ingresso di specialità di salumeria stagionate almeno 30 giorni (salami, pancette, coppe, ecc.) provenienti dalla "Macroregione del Nord", che comprende Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Si tratta di una negoziazione in corso da molto tempo e che ha previsto specifici sopralluoghi delle Autorità brasiliane in Italia ed è molto probabile che questa apertura arrivi sull’onda del riconoscimento dell’anno scorso, da parte degli Stati Uniti, dell’indennità da malattia vescicolare del suino della Macroregione del Nord Italia.
"L’Associazione lavora senza sosta alla rimozione delle barriere non tariffarie che impediscono il pieno sviluppo delle esportazioni italiane di salumi nel mondo.- commenta Lisa Ferrarini, Presidente di Assica Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi - E questa del Brasile è una buona notizia, che ci rincuora ma che non ci basta. Purtroppo l’impossibilità di esportare da tutte le Regioni italiane dipende dalla persistenza di alcune malattie veterinarie in alcune zone del nostro Paese. Non siamo più disposti a tollerare che questa situazione danneggi così fortemente le imprese nell’export”
In Brasile i nostri prodotti sono molto diffusi e conosciuti grazie alle comunità di italiani presenti nel Paese da circa 150 anni e che hanno anche avviato loro stessi produzioni locali di salumi. “Sarà importante ora fare promozione dei nostri salumi in modo da far conoscere ai consumatori brasiliani le vere eccellenze del made in Italy” ha proseguito il Presidente.
Un mercato, quello del Brasile, molto dinamico e in forte crescita. Nel 2013 le esportazioni dei nostri salumi hanno segnato un +21% in valore e +20% in quantità, se si considerano gli ultimi cinque anni il totale dell’export è più che raddoppiato. Per quanto riguarda i prodotti che si esportano la parte del leone la fa il prosciutto crudo che ha avuto una crescita del +17%, seguono i salumi cotti (mortadelle, wurstel, cotechini e zamponi) con +9% (elaborazione ASSICA su dati ISTAT).
Cristina Papi
20 giugno 2014