Oggi, domenica 17 gennaio giornata mondiale della pizza. La giornata più bella del mondo. Questa data (scelta in onore di Sant’Antonio Abate, patrono dei pizzaioli), è stata scelta nel 2017, quando l’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. D'altronde oggi, nelle tavole degli italiani, sarà lei la protagonista, che renderà tutti più felici. Simbolo di amore, fantasia e condivisione, la pizza è sempre rientrata almeno tra i primi tre piatti preferiti di ognuno di noi. Questa volta non ci saranno lunghe tavolate tra amici, serata spensierate in pizzeria con i boccali di birra in mano. Sarà tutto più semplice, ma con le mani in pasta. Perché ormai siamo diventati tutti dei grandi chef con la pizza fatta in casa.
La passione per la pizza è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno e poi tutti a seguire. Un vero patrimonio dell’Umanità, che ha permesso nel tempo la diffusione di versioni e creazioni più inimmaginabili. Dalla pizza hawaiana con l’ananas a quella di pollo fino ad arrivare all’impasto con le banane. Un colpo al cuore per noi italiani, ma le tradizioni culturali hanno bisogno di essere rispettate.
Ogni giorno solo in Italia, dice la Coldiretti si sfornano circa 5 milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio, dove si lavorano in termini di ingredienti durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Insomma questi numeri hanno fatto guadagnare all’Italia l’ingresso nella classifica dei Guinness World Record del quale è stata pubblicata e messa in vendita l’edizione 2017 con l’impresa della "Pizza più lunga del mondo" realizzata il 18 maggio 2016 a Napoli, giorno in cui 5 forni a legna appositamente progettati e costruiti esclusivamente per l’occasione, riuscirono a cuocere 1853,88 metri di pizza. Un record che, sostiene la Coldiretti, poteva appartenere solo all’Italia, unica vera patria della pizza. La patria della margherita doc. Era il 1889 quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito della pizzeria Brandi fu convocato a Palazzo di Capodimonte, allora residenza estiva della famiglia reale, affinché preparasse per Sua Maestà la Regina Margherita la pizza, che per la prima volta venne realizzata con pomodoro, mozzarella e basilico, i bellissimi tre colori della bandiera italiana.
Ma voi lo sapete chi ha inventato la pizza? Gli egizi ovviamente, che però la chiamavano “pita”, si simile a quella greca attuale. Furono loro la prima popolazione a scoprire il segreto della lievitazione, tanto che nel 4.000 a.C, lungo le sponde del Nilo, nasce il primo vero forno. Gli egiziani erano dei grandi mangiatori di pita, ma anche grandi bevitori di birra. Furono tra i primi a creare l’abbinamento pizza/birra. Sono trascorsi 4500 anni, ma noi ancora per questa accoppiata ne andiamo matti. Inizialmente però la preparazione dell’impasto della pizza avveniva in modo differente. Tutto ha inizio a Napoli, più precisamente a Torre del Greco, dove i saraceni importarono le pizze di farro per la prima volta e dove con il grano, vennereo sostituite successivamente e condite con olio e aglio. Il pomodoro arrivò molto più tardi, dopo la scoperta dell’America.
Ma invece la pizza più antica lo sapete qual è? La più antica delle pizze rosse? Ma si è la marinara, che non deriva da qualcosa che ha a che fare con il pesce, come in molti possono pensare, bensì era il piatto che mangiavano i pescatori una volta rientrati in porto. Lei, la regina più antica delle pizze, quella che ha fatto innamorare in tanti per la sua semplicità. Tre ingredienti pomodoro, aglio, origano e un gusto inimitabile.
La chiamiamo Giornata mondiale della pizza perchè possiamo avere la presunzione nel dire che è uno dei piatti più amati del mondo. Con le sue mille varianti ci ha fatto sognare tutti: ci ha accompagnato davanti alla tv con un bel film, ci ha consolato dopo giornate pesanti, ha rallegrato le nostre serata con gli amici. E allora vediamo quali sono queste varianti, dalla più tradizionale a quella più rivisitate in modo tale da lasciarvi ispirare con le ricette più guustose.
PIZZA NAPOLETANA
La regina indiscussa, cotta nel forno a legna e di una bontà infinita. La sua caratteristica principale è quella di avere un impasto molto sottile che si fonde perfettamente con il condimento a base di pomodoro fresco e mozzarella, e che contrasta con lo spessore del sofficissimo cornicione. Un impasto che si scioglie in bocca, un vero Eden per le papille gustative.
PINSA ROMANA
“La romana de Roma”, croccante e sfiziosa, quella che si sgranocchia durante le passeggiate mano nella mano lungo il Tevere. Il suo impasto è fatto con farine di miglio, orzo e farro, sale, erbe aromatiche, e lievito madre. Tipicamente bassa, è ovale e leggermente allungata e viene condita con gli ingredienti più disparati.
PIZZA FRITTA
Lei è la sorella della pizza napoletana un po’ più povera, però. Nacque infatti alla fine della seconda guerra mondiale in una Napoli priva anche delle materie prime più semplici, come il pomodoro e la mozzarella. Essendo fritta nell’olio e non cotta nel forno a legna poteva essere venduta per strada, permettendo così alle famiglie di saziarsi spendendo poco. Quello che la caratterizza è proprio la tasca che si crea al suo interno durante la frittura e che può essere riempita a proprio piacimento. Un esempio? Salame napoletano, ricotta e pepe, ma anche in versione dessert con cioccolato e zucchero a velo.
PIZZA AL TRANCIO
È La tipica pizza per la merenda pomeridiana, quella che smorza la fame dopo una lunga passeggiata. A volte la si può trovare alta e soffice, altre bassa e croccante. Il genere di questa pizza richiama le tradizioni regionali e il gusto della sua gente.
SFINCIONE
In Sicilia ci sono diverse varianti della pizza tradizionale, e quelle tipiche, le siciliane doc, che si allontanano parecchio dalla pizza comunemente intesa. Quello più famoso è lo sfincione palermitano, un impasto lievitato e morbido cotto al forno e condito con con pangrattato, cipolla, caciocavallo e strattu (conserva di pomodoro essiccata al sole).
PIZZA AL TEGAMINO
La pizza al tegamino, la più famosa di Torino. Doppia lievitatura e doppia cottura, che avviene per mezzo di una piccola padella e messa direttamente nel forno con un filo d’olio per non farla attaccare.
PIZZA NEWYORKESE
La pizza della grande mela, quella dell’oltreoceano, che ha una tradizione a sé stante: si sviluppò infatti a New York alla fine del ‘900 in seguito alle ondate migratorie che portarono molti italiani ad approdare a Ellis Island. La pizza newyorkese è sottile tanto da essere piegata ma non troppo, perché deve sostenere il condimento di pomodoro condito con aglio e origano e mozzarella grattugiata. Viene venduta a fette triangolari abbondanti, ed è il cibo perfetto per riempirsi lo stomaco lungo la via di casa dopo una serata di follie nella città che non dorme mai.
E voi siete pronti a cimentarvi con le più svariate ricette della pizza? Spaziate con la fantasia e datevi alla pazza gioia