Nella città di confine, ponte tra il nostro Paese e la Mitteleuropa, va in scena un’esposizione-evento che racconta oltre 130 anni di storia tra design, cultura e tecnologia
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Trieste, il caffè e i caffè, intesi come caffetterie, luoghi di ritrovo da cui è passata la storia del nostro Paese e dell’Europa intera: racconta tutto questo e altro ancora la mostra “Hausbrandt e Trieste”, un viaggio - come indica il sottotitolo dell’esposizione - attraverso “cultura e commerci mitteleuropei” dal 1892 al 2023. In coorganizzazione con il Comune di Trieste, e con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, la mostra-evento ripercorre gli oltre 130 anni di vita del celebre marchio del caffè, che rivivono e si svelano seguendo tre grandi filoni narrativi: design e storia del brand, società e territorio, industria e tecnologia.
Un logo iconico Il primo percorso ricostruisce l’evoluzione del marchio, il rosso e il giallo come colori distintivi: tratti interpretati nel tempo da grandi nomi dell’arte e della grafica come il pittore e cartellonista Leopoldo Metlicovitz (nella foto in alto, La Barchessa di casa Hausbrandt, opera del 1924) e il pubblicitario Luciano Biban, ideatore negli anni Sessanta dell’iconica moka “umanizzata” che sorseggia con gusto una tazzina del suo caffè (nella foto in basso, gli schizzi originali del 1968).
Ridisegnato nel 1980 dall’agenzia Robilant e, in anni più recenti, dallo studio Demner Merlicek & Bergmann, per l’occasione del 130esimo anniversario il pittogramma si è vestito di colore grazie all’intervento di Martino Zanetti (nella foto in basso), anima e guida dell’azienda dal 1988, che all’attività imprenditoriale affianca una importante carriera artistica.
Caffè storici e innovazione tecnologica Come si diceva, la storia di Hausbrandt si lega intimamente a quella della sua città, Trieste, rappresentata attraverso l’esposizione di fotografie d’epoca, disegni e testi che raccontano la vivacità del porto, dei caffè storici e delle eccellenze architettoniche di questa perla affacciata sul mar Adriatico, trait d’uniontra ovest ed est Europa, tra nord e sud del Vecchio Continente. Importante crocevia culturale, prima ancore che commerciale, e polo industriale e tecnologico.
È proprio quest’ultimo il terzo filone in mostra: curiosando tra le vecchie macchine da caffè, le tostatrici e i macinini d’antan, ma anche grazie a foto di impianti e macchinari industriali, si ripercorrono i processi e le scelte produttive, le innovazioni, le strategie che hanno fatto del marchio un simbolo di eccellenza e competitività e dato lustro al territorio in cui è nato e si è sviluppato.
Per capire l’influenza che le scelte aziendali hanno fatto sulle nostre abitudini, basta pensare che Hausbrandt è stata la prima azienda a offrire miscele confezionate in contenitori metallici, sigillati all’interno dello stabilimento. Già nel 1900 aveva brevettato un sistema esclusivo che garantiva tostatura e aroma perfetti. E negli anni ha contribuito in modo significativo all’evolversi delle macchine da bar, dai modelli azionati manualmente degli anni Cinquanta fino a quelli sofisticati d’oggi (nella foto in basso, la Cafè Racer Sanremo bianca, personalizzata da Martino Zanetti).
Talks, musica e incontri di respiro internazionale A completamento della mostra, sono programmati una serie di aperitivi musicali e di talks aperti al pubblico: conversazioni che spaziano dal costume all’architettura, dalle vicende storiche del passato alle visioni per il futuro dell’Europa. Proprio a quest’ultimo argomento è ispirato il ciclo di incontri dal profondo respiro internazionale, organizzato da Martino Zanetti. A rispondere al suo invito, i rappresentanti di 8 diversi Paesi europei: Austria, Ungheria, Serbia, Romania, Montenegro, Bosnia e Repubblica Ceca. Con l’ambizione di mettere al centro del rinnovamento la stessa città di Trieste, multietnica per vocazione, culla di quella cultura che, oggi come ieri, si può fare anche nei caffè, e con il caffè.