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Grattugia: ecco tutti gli usi alternativi, in cucina e non solo

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Non solo formaggio. Ma anche burro, per esempio. Non solo verdure. Ma anche buccia di limone, uova, cioccolato e carbone. E così via. E così sia.

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Non solo formaggio. Ma anche burro, per esempio. Non solo verdure. Ma anche buccia di limone, uova, cioccolato e carbone. E così via. E così sia.

La grattugia è, da vocabolario, quello “arnese da cucina su cui vengono sfregati, per essere ridotti in briciole o striscioline, alimenti quali pane, formaggio, etc.”. Imprescindibile attrezzo di casa nostra, la prima associazione mentale è quella con parmigiano e pecorino. Certo.

Poi le verdure: le carote per l’insalata piuttosto che le zucchine per le frittelle. In realtà è preziosissima per una varietà di preparazioni e legumi (e frutta, dalle mele in giù!) molto più ampia di quanto siamo soliti immaginarci. Cavolo cappuccio, patate, oppure altri tuberi. E che dire dei pomodori? Tagliati in due e sfregati contro la ruvida parete, vi daranno una perfetta base per la salsa (le bucce vi rimangono in mano) o per una bruschetta che sia.

E ancora: lo zenzero, da tritare e domare. L’aglio: perché mai non usare la grattugia? Occhio alle dita, però! E anche la cipolla, quando si mira ad averla sminuzzata e sugosa, magari per preparare un soffritto.

In generale, la grattugia permette di scoprire una consistenza diversa del tritato rispetto a frullatori, tritatutto, coltelli e mezzelune. A seconda dei fori utilizzati, e delle ricette da seguire, può cambiare sostanzialmente la base delle preparazioni. Nel caso di frutta e verdura più ‘soft,’ fa fuoriuscire il succo, conservando però una certa compattezza di polpa: un ben vantaggio, a volte. Provate a grattugiare una dolce fragolona su una panna cotta!

Frutta e verdura a parte, ci sono molti altri usi – propri e impropri! – per una grattugia. Abbiamo già menzionato il burro: quando è troppo freddo – e a maggior ragione surgelato – nulla di meglio che grattugiarlo per portarlo a temperatura e consistenza desiderate.

Uova sode: grattugiate sono perfette per decorare e insaporire. Cioccolato: idem (e oltretutto si scioglie più velocemente). Carbone nero ad uso colorante, così di moda: una grattugiatina di nero!

Se si desidera grattugiare ingredienti che normalmente non si presterebbero a tale tecnica, ma che sarebbe tanto bello aver così ridotto in frammenti o scaglie sparpagliabili in piatti e preparazioni, surgelatelo. Da duro, poi, sarà possibile procedere. Un esempio? Le banane.

Infine, non dimentichiamoci di usare questo attrezzo per fare il nostro pan grattato, che possono essere anche crackers, fette biscottate, o biscotti veri e propri.

In realtà non è finita affatto, perché con la grattugia ci si può sbizzarrire in ulteriori usi alimentari, ma anche non. Già di per sé è, sempre più spesso, oggetto di design. Lo possiamo personalizzare, con un “uso improprio”. Che dire, signore, di appenderci orecchini, collane e ogni sorta di monile che lustro le dia, e lustro ne tragga?

La classica grattugia rettangolare, a pancia in giù, magari appesa, può diventare un portaoggetti, un portapenne, un porta-vaso (basta nascondervi dentro un bottiglietta di plastica tagliata, è si trasformerà in un delizioso, rustico porta-fiori).

Luce: con un cero dentro, regala una fantasia di luce soffusa; può essere trasformata persino in un’abat-jour. Attenzione: il metallo si scalda!

E a proposito di candele: se vi avanzano i mozziconi, grattugiateli, per creare un nuovo cero. Stessa cosa con i pezzettini di sapone rimasti. Arte, fantasia, e grattugia!

Carola Traverso Saibante
Foto: Flickr/prof. Bizzarro
2 maggio 2016

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