Cari amici tedeschi, giù le mani dal nostro aceto balsamico.
D'ora in poi sarà vietato usare e abusare liberamente di questo termine.
La sentenza arriva proprio da un tribunale tedesco: è stato un giudice di Mannheim (nel Baden-Württemberg, poco a sud di Francoforte) a emettere infatti lo storico verdetto grazie al quale il Consorzio di Tutela dell'Aceto di Modena Igp ha avuto la meglio su un'azienda tedesca che pretendeva di chiamare il proprio prodotto "Balsamico".
Le motivazioni non sono ancora state pubblicate, ma dalla nota del Tribunale si capisce inequivocabilmente la vittoria italiana.
La battaglia però non finisce qui.
Nato solo 2 anni fa, il Consorzio deve ancora compiere un lavoro importantissimo: tutelare un prodotto molto amato sia in Italia sia all'estero (per i tedeschi è addirittura una mania), ma al tempo stesso chiarire la grande confusione da cui è circondato.
L'Aceto Balsamico di Modena, infatti, sembra stare in mezzo a un guado.
Da una parte viene scambiato per i suoi parenti più preziosi, ovvero gli aceti balsamici tradizionali di Modena e Reggio Emilia, dall'altra è spesso ritenuto alla stregua di un qualsiasi aceto dozzinale.
In realtà, sulla base di un disciplinare di produzione ben preciso, l’Aceto Balsamico di Modena Igp, per fregiarsi di questo nome, dev'essere ricavato da mosti d’uva parzialmente fermentati provenienti esclusivamente dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni. Al mosto devono poi venire aggiunti aceto di vino, nella misura minima del 10%, e un'aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni.
Va da sé che anche il prezzo economicissimo con cui alcuni prodotti vengono posti in commercio dovrebbe mettere in allarme un consumatore consapevole.
Un'inchiesta realizzata da un'importante unione dei consumatori tedeschi ha invece evidenziato che molti cittadini teutonici sono convinti di poter pagare un aceto balsamico quanto un'acqua minerale: 2 euro alla bottiglia!
Nei nostri supermercati però non va meglio e tanti sono gli aceti spacciati per "balsamici" che rivelano una bassissima qualità.
"La possibilità di tutelare l'Aceto Balsamico di Modena", ha infatti dichiarato Federico Desimoni, direttore generale del Consorzio di Tutela, "è per il nostro settore un punto di fondamentale importanza che amplia enormemente l'orizzonte dell'attività di vigilanza e tutela che potremo svolgere in tutta Europa, a partire proprio dall'Italia dove i casi di irregolarità sono numerosissimi".
Il lavoro del tribunale tedesco, insomma, fa bene ai consumatori di aceto balsamico di ogni parte del mondo.
Ma ancora non è tutto.
"Questa sentenza va anche vista come una terza vittoria che assume valore per l'intero sistema dei prodotti certificati DOP e IGP", ha detto Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano.
La prima aveva sancito che il termine "Grana" potesse venire legato solo a "Padano" e non utilizzato in modo generico, la seconda aveva riguardato il nome anglofono "Parmesan", un tempo abusato per qualunque genere di simil polveri casearie e oggi invece utilizzabile solo per il vero Parmigiano Reggiano.
Daniela Falsitta,
18 settembre 2015