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Dalla nascita ai giochi, 5 modi per tenersi in forma

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Si rischia l'obesità anche a seconda dell'anno in cui si è nati, mentre il distributore di cibo potrebbe aiutarci nella dieta, così come giocare a Tetris. E se non bastasse? C'è la pillola ingannatrice...

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Nei giorni caldi dei propositi di inizio anno e di lotta contro le calorie eccessive consumate durante le feste, ogni appiglio è buono per provare a trovare una strada verso la remise en forme. E la scienza, con le sue ricerche spesso strane (ma vere), viene in aiuto raccontandoci quali elementi, ingredienti o variabili anche genetiche possono contribuire ad aiutarci a restare sani e in linea. Con molte sorprese: ecco le 5 più inaspettate.

La data di nascita influenza la predisposizione all'obesità? È vero: almeno per chi è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo sostiene uno studio del Massachusetts General Hospital, che ha analizzato i dati di intere generazioni della popolazione locale di Framingham, a partire dal 1948. Per i nati in alcuni anni, quelli dopo le crisi, le guerre, quelli del boom economico e della crescita del junk food e dei cibi processati industrialmente, si riscontra una maggior incidenza di casi di obesità. A dimostrazione che non solo la genetica regola l'eccessiva adipe corporea, ma anche i fattori sociali. I geni dunque, lavorano in concerto con il mondo che ci circonda (clicca qui).

Il prosecco per i reni, l'avocado per il colesterolo. Per correre ai ripari e aiutare il proprio corpo a funzionare correttamente, ecco alcuni piccoli consigli non banali: a partire dai reni, che secondo uno studio coordinato dell'Università di Milano (clicca qui) possono essere aiutati con il consumo di vino bianco (con o senza bollicine). Un consumo controllato di vino bianco infatti (2 o 3 bicchieri al massimo al giorno) aiuterebbe a ridurre l'infiammazione e garantirebbe il regolare funzionamento dei reni. I risultati sarebbero ancor più potenziati se insieme al prosecco o affini si consumasse anche olio extravergine di oliva nei piatti consumati. Per il colesterolo invece, i cui livelli dopo i consumi dei pasti natalizi potrebbero aver subito una impennata, si può ricorrere al consumo di avocado. Questo frutto verde così eclettico, che si abbina bene al dolce e al salato, aiuta infatti a combattere il colesterolo cattivo e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. La quantità perfetta? Uno al dì, meglio se accompagnato da un regime alimentare mediterraneo.

Pausa al distributore, che saprà se siamo a dieta. Se al ritorno in ufficio è la pausa davanti alle macchinette il diavolo tentatore che fa sgarrare anche i più ligi a seguire i regimi dietetici, presto la situazione potrebbe cambiare: il distributore del futuro grazie all'uso del riconoscimento facciale potrebbe sapere se siamo o meno a dieta, e decidere dunque se servirci quella merendina ipercalorica appena scelta. Il progetto inglese che sta costruendo i primi distributori intelligenti, ha previsto di usare la biometria anche per gli alcolici e le sigarette: con i dati raccolti legati ai nostri volti infatti è possibile anche scoprire età e divieti imposti dalla legge a chi si affaccia alla macchinetta (clicca qui).

Anche i videogiochi fanno dimagrire! Giocare a Tetris aiuta a perdere peso? Di certo serve a smorzare il senso di fame, allontanando il momento compulsivo della ricerca di uno snack, spesso dall'alto valore calorico (e dal basso valore nutritivo). Lo sostiene uno studio dell'università britannica di Plymouth (clicca qui) che ha messo alla prova un campione davanti al videogame monitorandone poi il desiderio di cibo. E ha scoperto che giocando anche solo 3 minuti a Tetris, la voglia di uno snack scendeva fino al 24 per cento.

E a mali estremi... la pillola che simula il pasto. Ma se non bastassero macchinette intelligenti, una partita a Tetris o l'essere nati il giorno giusto, la scienza ha in serbo una nuova pillola “miracolosa” che ingannerebbe la mente, e che appena presa creerebbe la sensazione di aver mangiato un pasto succulento e sostanzioso, eliminando il senso di fame. Studiata dai ricercatori del Gene Expression Laboratory del Salk Institute in California (clicca qui), contiene una proteina, il recettore farnesoide X, che una volta raggiunto l'intestino crea la sensazione di sazietà. C'è tempo però per vederne la distribuzione commerciale perché per ora è stata provata solo sui topi.
Per restare in forma dunque, al momento, restano le vecchie e sane abitudini... restrittive.

Eva Perasso
8 gennaio 2015

 

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