Anche i più restii alla sua assunzione, quelli che sostengono di non avere mai sete, in queste settimane di gran caldo ne stanno bevendo in quantità. Non c'è niente, infatti, che dia maggior sollievo di un bel bicchiere di acqua fresca. I nutrizionisti concordano che un corretto apporto di acqua (che può arrivare, inoltre, dal consumo di frutta e verdura che ne siano ricche) è indispensabile per combattere gli effetti negativi che le alte temperature hanno sull'organismo: perdita di liquidi, soprattutto, ma anche di sali minerali.
Facciamo un passo indietro e consideriamo come vengono classificate le acque.
Quelle oligominerali sono acque povere di sali, in particolare sodio, ma anche calcio, potassio e magnesio: leggere e digeribili, sono perfette per il consumo quotidiano e aiutano a combattere la ritenzione idrica stimolando la diuresi.
Quelle minerali, al contrario, possono essere utili per reintegrare proprio i sali persi a causa dell'eccessiva sudorazione.
L'ideale in questo periodo è alternare i due tipi, che si possono facilmente distinguere consultando in etichetta il valore del cosiddetto residuo fisso, ovvero la quantità di sali che si depositano facendo evaporare a 180° un certo tipo di acqua: se il valore è inferiore a 50 mg/litro le acque sono minimamente mineralizzate, fino a 500 mg/litro si parla di oligominerali, da 500 a 1000 mg/litro minerali. Le acque che superano questi valori sono, in genere, utilizzate con funzioni terapeutiche e non adatte al consumo abituale.
Detto questo, delle minerali è bene non abusare per non affaticare reni e fegato e non superare, perciò, il litro e mezzo al giorno. Per raggiungere la quota, consigliata d'estate, di 2-2,5 litri quotidiani si può ricorrere, come si diceva, a una buona oligominerale.
Stabilito quanta consumarne, vediamo perché.
Il rischio sempre in agguato è quello della disidratazione.
Che si può facilmente constatare semplicemente controllando lo stato di pelle e capelli: basta bere un po' di più per accorgersi di come diventino subito più luminosi, elastici e dall'aspetto "sano". Questo, naturalmente, in presenza di un fenomeno di lieve entità.
Man mano che la carenza di liquidi diventa importante, si possono avere effetti collaterali più seri, che vanno dall'irritabilità alla spossatezza fino ai mancamenti dovuti ai cosiddetti colpi di calore, sempre in agguato sotto il solleone.
In vista della famigerata prova costume, l'acqua può avere persino un ruolo fondamentale nella dieta, come in quella elaborata dal dietologo Nicola Sorrentino che, nel suo libro "La dieta dell'acqua" (Salani Editore), consiglia di bere 12 bicchieri di acqua al giorno di cui 2 all'inizio dei pasti principali: non solo perché, "riempiendo" la pancia, l'acqua contribuisce a ridurre il senso di fame ma anche perché, bevuta fresca, attiva meccanismi che aiutano a bruciare le calorie. Senza contare che la stanchezza che deriva dalla disidratazione invoglia a muoversi di meno.
Per chi, infine, trova l'acqua sì dissetante ma poco invitante perché "non sa di niente", due le soluzioni: l'acqua gassata, sicuramente più "saporita" e senza controindicazioni (è un falso mito che gonfi, basta non abusarne), oppure il trend del momento, ovvero l'acqua alla frutta. Da fare in casa aggiungendo all'acqua fettine di limone e lime, ma anche di pesca, fragole, frutti di bosco, melone, anguria, persino cetriolo, oltre a qualche aroma, come foglioline di menta o fettine di zenzero fresco. Dopo un paio d'ore di riposo in frigo, l'acqua aromatizzata sarà pronta da bere regalando anche un piccolo apporto di vitamine e antiossidanti, che d'estate non guastano mai.