Golosi (e depressi) di tutto il mondo, attenti. Il cioccolato costa sempre di più e se ne produce sempre meno.
Ne mangiamo troppo, la domanda supera l'offerta. Si calcola che l'anno scorso ne sono state consumate 70.000 tonnellate in più di quelle prodotte nel mondo (circa 3 milioni).
Sui mercati emergenti, come quello cinese, russo e indiano, il cioccolato sta diventando uno status symbol, anzi un food symbol. E sui nostri mercati è fortemente presente da tempo: gli italiani ne consumano 4 kg all'anno, gli svizzeri 10. L'ultima frontiera gourmand è l'extrafondente, al 70 % o più di cacao, ovviamente più oneroso in termini produttivi di quello al latte o alle nocciole.
A lanciare l'allarme sono due colossi dell'industria: la multinazionale statunitense Mars Inc. e Barry Callebaut, il maggior produttore di cioccolato al mondo, con sede in Svizzera. Che segnalano prima di tutto un aumento dei prezzi del cacao: quasi raddoppiati nell'ultimo decennio.
Non dipende ovviamente solo dai consumi, ma dalla situazione dei Paesi produttivi. La siccità ha colpito l'Africa occidentale, in particolare Costa d'Avorio e Ghana dove viene coltivato il 70% del cacao mondiale, devastando le piantagioni. Per non parlare delle restrizioni dovute al virus ebola.
Dall'altra parte del mondo, in Brasile e Costa Rica, gli altri grandi produttori di cacao, si è diffuso un terribile fungo. Secondo l'Organizzazione Internazionale del cacao, che monitora il mercato dal 1960, ha distrutto il 35% dei raccolti.
Tutto ciò ha danneggiato le piantagioni esistenti, e sicuramente non ha favorito nuovi impianti. Anche perché prima che l'albero del cacao dia i suoi primi frutti servono almeno due anni, e 10 per farlo produrre a pieno regime.
Si aprono quindi due scenari possibili per il futuro. Cioccolato di qualità sempre più caro e, al contrario il mercato invaso da prodotti scadenti, con una minima percentuale di cacao a favore di grassi e aromatizzanti.
Che fare quindi? C'è chi dice che i timori sono eccessivi e l'emergenza rientrerà, magari dopo un ritocco dei prezzi. Ci auguriamo naturalmente che i Paesi produttori, che vedremo presto all'Expo 2015, riescano a superare le oggettive difficoltà e possano far fronte alla crescente richiesta, con il conseguente ricavo economico.
Intanto possiamo consumare cioccolato equosolidale e sfruttare l'allarme come irrinunciabile pretesto per non farsi sfuggire le specialità italiane. Le occasioni non mancano: per esempio fino al 30 novembre Cioccolatò a Torino (per info clicca qui), e fino all'8 dicembre Choccobarocco a Modica - RG (per informazioni clicca qui).
di Barbara Galli,
18 novembre 2014