Mai mai mai senza caffè: per assicurarsi di avere in casa quel che serve per prepararselo gli italiani spendono in iper e supermercati oltre 1,2 miliardi di euro (fonte Iri). Un giro d’affari che ne fa una delle principali voci della lista della spesa. Certo, anche in questo grande mondo le cose stanno cambiando: si compra meno caffè macinato (anche se le miscele per moka rappresentano ancora oltre i ¾ delle quantità vendute) e si acquistano più capsule, benché siano più costose e meno promozionate. E proprio le capsule rappresentano l’ultima, in ordine di tempo, delle otto innovazioni che, nel giro di un secolo, hanno rivoluzionato il mondo del caffè. Il loro impatto sul caffè che beviamo oggi si può scoprire durante due grandi festival dedicati ai “coffee lovers” in arrivo a Torino e Milano.
Grandi innovazioni, grandi inventori
Il caffè, così come lo conosciamo oggi, è il frutto di innovazioni tecnologiche che hanno permesso di trasformare queste bacche nella bevanda aromatica e corroborante che tanto amiamo. La più rivoluzionaria è stata l’invenzione della macchina per l’espresso, il cui prototipo fu presentata nel 1855 all’Esposizione Universale di Parigi. La sua innovazione sta già nel suo nome ed è la velocità: “fatto al momento, per chi lo richiede” fu lo slogan che ne accompagnava la presentazione, e che sottolineava come questa macchina eliminasse i tempi morti, consentendo di prepararne due in tempi molto stretti. Pochi anni dopo, per la precisone nel 1881, dall’altra parte del mondo, vedeva la luce il caffè istantaneo. Un’innovazione che si deve al chimico nippo-americano Satori Kato: visto il successo della sua precedente invenzione (la bustina per il tè solubile) un importatore statunitense di caffè gli chiese di studiare qualcosa di simile. E così, nel 1901 venne brevettato il caffè istantaneo, presentato all’Esposizione Panamericana di Buffalo. Ma è solo nel 1938, che per risolvere il problema dell’eccesso di produzione di caffè brasiliano rimasto invenduto nei magazzini, la Nestlé perfezionò questo brevetto e lo lanciò in Svizzera nel 1938 con il nome di Nescafé. Un altro famoso marchio che ha fatto la storia del caffè è Hag: il primo decaffeinato al mondo nacque agli inizi del ‘900 grazie alle sperimentazioni di un chimico e imprenditore tedesco Ludwig Roselius, che ebbe l’intuizione di rendere poroso il caffè ricorrendo al vapore e mise a punto il primo sistema per estrarre dal chicco la caffeina. Un’innovazione che applicò nella sua azienda, che battezzò con un marchio (Caffè Hag), a cui diede una veste di design e che pubblicizzò nei cinema di tutta la Germania. Così divenne ricco e poté coltivare la sua passione per l’arte. Ancora oggi a Brema si può visitare la sua bella collezione nel museo che prende il suo nome. La storia del caffè è costellata di brillanti innovatori: come Francesco Illy che, nel 1934, ha brevettato la pressurizzazione. Questa tecnica di confezionamento (insieme al sottovuoto), togliendo l’aria dal barattolo di prima che venga sigillato ed aggiungendo gas inerti (come l’ozono), garantisce una protezione ottimale al caffè consentendogli di mantenere intatte per mesi e mesi (fino a due anni) le sue caratteristiche e proprietà organolettiche, e in particolare gli aromi.
Siamo tutti baristi (o vorremmo tutti esserlo)
In tempi più recenti sono arrivate altre novità che hanno reso il caffè sempre più popolare e “democratico”, come le monoporzioni e il ready-to-drink. In anni più recenti la grande novità che ha dato uno scossone al mercato è stato il lancio delle capsule, che, grazie alle innovazioni tecnologiche nelle macchine domestiche per il caffè, permettono a tutti di farsi a casa propria un caffé degno del miglior bar. Causa o effetto? Difficile dirlo. Fatto sta che, grazie alle innovazioni tecnologiche che hanno scandito la storia recente del caffè, è fortemente aumentata l’attenzione per la qualità: tutti conosciamo ormai la differenza tra Arabica e Robusta, ci siamo abituati a scegliere le miscele in funzione delle loro caratteristiche di aroma e gusto, magari abbiamo anche assaggiato e apprezzato le tante bevande a base di caffè (caldo o freddo) tanto amate all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni. Ma soprattutto ci sono venute tante curiosità e domande: per soddisfarle (e vivere anche esperienze insolite) sono nati due eventi che vogliono raccontare la magia che c’è dietro a una tazzina di caffè.
Il primo è il Milano Coffee Festival, in programma da sabato 19 a lunedì 21 maggio nel cuore del design district milanese. Per tre giorni si potrà fare una full immersion nel caffè, seguendo il lungo viaggio del chicco, dalle piantagioni alla tazzina, scoprendone storia, caratteristiche e tipologie, e imparando a degustarlo insieme e grandi esperti, come Helena Oliviero, campionessa italiana di cup tasting. Entrando nello spazio De’Longhi si possono anche degustare le miscele speciali di 10 dei miglio coffee maker nazionali, in rappresentanza dei 60 che l’azienda ha selezionato, insieme a Slow Food, e raccolto nella guida “L’eccellenza delle torrefazioni italiane”.
L’altro grande evento da non perdere è To Coffee, il festival dedicato alla cultura del caffè di qualità e alla filiera di eccellenze della Regione Piemonte, in programma nel centro di Torino dall’8 all’11 giugno. Inserito nel calendario delle manifestazioni off legate al premio Bocuse d’Or Europe 2018, propone degustazioni nei tanti e stupendi locali storici, elaborazioni creative realizzate dai migliori barman della città e ricette a base di caffè elaborate e cucinate da grandi chef. Inoltre si può partecipare a laboratori didattici per imparare a riconoscere un buon caffè e a usare al meglio i tanti modi per prepararlo, a casa o al bar.
Manuela Soressi
maggio 2018