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Bel Paese, un’invenzione del made in Italy

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Questo formaggio storico (è nato nel 1906) è un pezzo importante della storia del food in Italia. E nasconde una storia curiosa.

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Quando si parla del “Bel Paese” non c’è bisogno di specificare quale sia: l’Italia, ovviamente! Meno ovvio che questo “tag” si debba a un uomo, Egidio Galbani, e a un formaggio, il Bel Paese, appunto. Un prodotto nato nel 1906 e subito diventato un protagonista del made in Italy, visto che è stato il primo formaggio italiano ad essere esportato all’estero. Un successo che continua ancora oggi. Ogni anno ne vengono prodotte oltre 70 milioni di forme, equivalenti a un giro intorno al mondo. Su tutte c’è l’etichetta vintage che caratterizza il Bel Paese da 116 anni, quella con la silhouette dell’Italia e il ritratto di… Scopritelo insieme ad altre curiosità su questo formaggio.

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Un’invenzione italiana che crea una nuova tipologia di formaggi
Egidio Galbani è uno di quegli imprenditori visionari e creativi, appassionati di tecnologia e maghi del marketing (quando ancora non si sapeva cosa fosse) che hanno costruito il successo del made in Italy. In un periodo in cui erano i formaggi francesi erano considerati eccellenti e senza rivali, decide di dare pari dignità anche a quelli prodotti in Italia. E di farlo in modo nuovo: “inventando” un formaggio da tavola che unisse il meglio dei due paesi, in termini di gusto e piacevolezza, e che avesse un suo carattere, slegato dalle tradizioni locali. Ma anche un nome e un cognome inconfondibili. Così va a studiare in Francia e, dopo due anni, torna al caseificio di Melzo, nel milanese. Qui, nel 1906 inizia la produzione di Bel Paese, un formaggio completamente nuovo, dall’impasto alla tecnica casearia. Realizzato con materie prime di alta qualità, facile da affettare e da conservare, dal gusto semplice e genuino, leggero e digeribile, il Bel Paese ha un immediato successo e introduce una nuova categoria casearia: quella dei formaggi italici, codificata nel 1941 dal ministero dell'Agricoltura e delle Foreste per classificate tutti quelli nati a imitazione di Bel Paese.

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Una creatività a tutto tondo
Oggi lo definiremmo un vero e proprio progetto di marketing. Sì, perché Egidio Galbani non si limita a inventare il prodotto, ma cura personalmente ogni fase di produzione e ogni dettaglio del Bel Paese: dalla scelta del nome al design dell’etichetta e delle confezioni (quando i formaggi venivano venduti sfusi e al taglio) sino alla réclame e ai materiali commerciali destinati a venditori e dettaglianti. L’obiettivo era chiaro: fare di Bel Paese una marca nota in tutta Italia (e anche all’estero), renderla riconoscibile e farne parlare il più possibile. Per quest’operazione di creazione e lancio del Bel Paese, Galbani si affida a grandi nomi dell’illustrazione. Nascono così i manifesti che rispecchiano il gusto di ogni decennio: dal raffinato tratto di Carlo Pandolfi e di Aldo Foà negli anni ’30 all’ironia di Raymond Savignac e Giovanni Manca nel secondo dopoguerra. Per continuare con le avventure a fumetti di Sor Trippetta e poi con il Carosello in cui compaiono testimonial famosi, come Paolo Panelli, Johnny Dorelli e Ugo Tognazzi. I tanti opuscoli, cartoline e pieghevoli destinati a rivenditori e clienti sono giustificati anche dalla necessità di tutelare l’autentico Bel Paese dai tanti tentativi di imitazione e contraffazione. Un’ulteriore prova di come questo formaggio avesse presto conquistato gli italiani. Ma anche i francesi, tanto che a Parigi fu nominato "Roi des fromages". Dunque, la sfida di Egidio Galbani era finita con una vittoria.

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Un nome e un’etichetta inconfondibili
Come chiamare un formaggio che doveva unire l’Italia, dal Piemonte alla Sicilia? Sul cognome non ci sono dubbi: è Galbani, e sarà il primo formaggio firmato da questa marca. Invece il nome Egidio Galbani lo “ruba” al titolo del popolare libro scritto nel 1876 dall’abate (e geologo) Antonio Stoppani, in cui descive le meraviglie geologiche e naturalistiche d’Italia, diventando un riferimento per generazioni di scolari che così imparano a conoscere e ad amare le bellezze della propria patria.  Per sottolineare, anziché nascondere, questa fonte di ispirazione inserisce il volto di Stoppani sull’etichetta del Bel Paese. Che, infatti, inizialmente è presentato come “formaggio del Bel Paese”, ma che poi diventa per tutti semplicemente Bel Paese.  L’etichetta, rimasta pressoché invariata dal 1906 a oggi, conquista da subito i consumatori e raccoglie consensi a livello nazionale e internazionale, con premi e riconoscimenti. E viene declinata anche in versioni speciali, come quella per le carrozze ristoranti dei treni, un mezzo importante per far conoscere il Bel Paese a tutti gli italiani. Tanto che sull’etichetta la cartina dell’Italia è percorsa dalle linee ferroviarie, vero simbolo di modernità e di orgoglio italiano. Ci avete mai fatto caso?

Manuela Soressi
Ottobre 2022

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