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Allarme venditori ambulanti di cibo

News ed EventiNewsAllarme venditori ambulanti di cibo

Banchetti di ortofrutta posizionati lungo le strade, panifici clandestini e furgoncini che recapitano mozzarelle e salumi in uffici e circoli. Aumentano i sequestri da parte delle forze dell'ordine, che mettono in guardia dai rischi di questo shopping alimentare

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Cassette di arance giunte direttamente dalla Sicilia, mozzarelle di bufala arrivate fresche fresche dalla Campania, pane appena sfornato e salumi artigianali venduti a prezzi irrisori: freschezza, filiera corta e risparmio sono le grandi e allettanti promesse dei tanti (e sono sempre di più) venditori ambulanti di prodotti alimentari. Non stiamo parlando delle bancarelle dei mercati fissi o rionali, ma di quei furgoncini che si parcheggiano nelle aree di servizio o lungo le strade di grande percorrenza, che talvolta stazionano nei quartieri residenziali o che consegnano i loro prodotti direttamente in uffici o circoli ricreativi. Nella maggior parte dei casi senza fornire garanzie reali sulla provenienza dei prodotti, senza emettere scontrini e senza essere dotati di licenza commerciale. In altre parole, abusivi. E pericolosi anche per la salute, come sottolineano le forze dell’ordine che stanno cercando di combattere questo fenomeno in forte crescita.


Obblighi e divieti del commercio itinerante
Si definisce "commercio in forma itinerante " ed è la vendita di prodotti (alimentari e non) effettuate con mezzi mobili (come camion-negozi e furgoncini) fuori dalle aree riservate ai mercati. I furgoncini che girano per città e paesi proponendo le loro merci possono fermarsi solo per il tempo strettamente necessario alle operazioni di vendita (in genere un paio di ore) e possono parcheggiare solo negli spazi dove le amministrazioni locali ammettono questo tipo di commercio e che, in genere, non comprendono e aree di particolare pregio artistico, storico, architettonico e ambientale, quelle di pubblico interesse (come mercati e stadi) e anche le vie dove potrebbero provocare disagi al traffico o agli abitanti, in particolare per quanto riguarda il consumo di alcolici. Per poter effettuare quest'attività occorre un'autorizzazione municipale, che viene rilasciata in base alle leggi regionalali e alle ordinanze comunali, solo alle persone che hanno precisi requisiti, come il certificato antimafia e l'iscrizione al registro delle imprese della camera di commercio locale. Chi fa commercio itinerante deve rispettare le stesse regole sanitarie e merceologiche previste per tutti i commercianti. Come nei supermercati, nei negozi e nei mercati per tutti i prodotti dev'essere garantita la tracciabilità della filiera, che permette di risalire a tutto il percorso che l'alimento o il prodotto ha fatto prima di arrivare in commercio. Altro obbligo è quello di rilasciare uno scontrino fiscale a ogni cliente. Se il registratore di cassa fosse rotto, ll venditore deve trascrivere la vendita su un apposito registro e consegnare una ricevuta al cliente


Furgoncini illegali
Quanti dei furgoncini parcheggiati vicino alle stazioni della metropolitana o dei treni, di fianco ai distributori di benzina o nei pressi dei centri commerciali, rilasciano gli scontrini? Quanti posseggono dei documenti che attestano la provenienza della merce in vendita? Basterebbero queste domande per dissuadere dal fare acquisti presso questi venditori, che molto spesso sfuggono ai controlli effettuati dalla polizia locale, dalle Asl e dai Nas dei Carabinieri. Le retate condotte in varie parti d’Italia hanno rilevato che spesso si tratta di merce scartata o rubata, oppure proveniente da filiere illegali e talvolta contraffatta (soprattutto nel caso degli alcolici di marca). A questo si aggiungono i rischi legati alla salubrità di questi prodotti alimentari: sulla frutta e la verdura esposta per ore lungo strade molto trafficate, venendo a contatto con lo smog, si depositano particelle di ossido di carbonio che ne alterano la genuinità e la freschezza, tanto che la Cassazione ha confermato che vendere prodotti alimentari freschi tenuti all’aperto ed esposti agli agenti inquinanti costituisce una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari.


Panifici clandestini
Un altro fenomeno rilevante, in particolare in alcune aree (anche di grandi città, come Milano), è quello dei panifici abusivi che vendono pane a basso prezzo. Cantine e garage trasformati in panifici “fantasma”, che usano materie prime di pessima qualità e dubbia provenienza, e le lavorano senza preoccuparsi dell’igiene dei locali. I controlli effettuati nella provincia di Bari hanno permesso di far luce su questo importante business, dietro cui si vede l’ombra della camorra locale. Quello che viene presentato come pane “tradizionale” e venduto per poche centinai di euro al kg, in realtà è pane più che mediocre, talvolta ottenuto da semilavorati congelati di cui non si conosce l’origine e utilizzando forni a legna adove si brucia di tutto, compresi le sterpaglie e i gusci di frutta secca trattata con pesticidi.


Manuela Soressi
gennaio 2018

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