Nel vercellese si assumono mondine a tempo determinato per la stagione della monda. La paga oraria è di circa 6,50 euro e il lavoro è delicato: consiste nel pulire (o mondare) a mano le piantine di riso. C’è tempo fino al 30 giugno per inviare la propria candidatura.
A mettere sul suo sito l’annuncio è stato l’Ente Nazionale Risi, che cerca personale per il proprio Centro Ricerche sul Riso di Castello d’Agogna a Mortara. Il bando è per attività stagionali di monda, epurazione, raccolta e selezione del riso e recita più o meno così: i candidati devono essere in possesso del diploma in agraria o, in alternativa, dell’esperienza nel campo risicolo, e della patente B.
In cosa consiste il lavoro? Il compito della mondina è di eliminare a una a una le erbacce infestanti che impediscono la crescita delle piante buone e successivamente raccogliere il riso. Per svolgerlo, bisogna stare con i piedi a bagno nelle risaie per diverse ore, con la schiena curva per prelevare le piante incriminate.
È un lavoro stagionale, perché si svolge solitamente da agosto a novembre. Fino agli anni ’70 le risaie verso la fine dell’estate si popolavano delle mondine e negli inconfondibili specchi d’acqua nei pressi di Vercelli, Novara e Pavia, ma anche del Mantovano, dell’Emilia Romagna e Veneto, risuonavano i loro canti. Negli ultimi 40 anni le lavoratrici sono state sostituite con sistemi tecnologicamente più avanzati, ma non sempre rispettosi dell’ambiente.
Ed è proprio per ritrovare questa cura, ma soprattutto per meglio selezionare e proteggere le varietà di riso presenti sul territorio che l’Ente ora sta cercando di mettere insieme un team di mondine specializzate. Il Centro di ricerche infatti tiene sempre aggiornata la sua banca del germoplasma, una cassaforte del seme di riso, dove dall’Unità d’Italia a oggi sono state catalogate circa 1300 varietà. L’obiettivo è quello di manterle vive, evitandone l’estinzione e, in molti casi, di riuscire a far scoprire al consumatore i prodotti di tradizione che hanno fatto la storia della risicoltura italiana e che ormai si stanno perdendo.
Per catalogare perfettamente il riso quindi è necessario il contributo umano, meglio ancora se specializzato, come chiedono nel bando.
Se in Cina, Korea e nelle grandi risaie orientali è un lavoro ancora molto diffuso, in Italia non è semplice trovare persone disposte a stare curve, con i piedi nell'acqua a selezionare piantine. Già anni fa l’Ente aveva assunto una squadra di giovani italiani che però non si è ripresentata all’appuntamento l’anno successivo. Da qui l’idea di spargere la voce con il bando online.
Barbara Roncarolo
28 maggio 2014