In Italia e all’estero guadagna terreno il pranzo di Natale fuori casa. Vediamo perché
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Una scelta, già in aumento negli scorsi anni. I motivi principali che portano a questa tendenza sono da rintracciarsi principalmente nell’economia e nella sempre più diffusa attenzione alla cucina, grazie anche e soprattutto alla chermesse culinaria in onda tutti i giorni sulle TV di tutto il globo. Ma vediamoli nel dettaglio
Scegliendo una trattoria si spende quasi la stessa cifra che va prevista per il pranzo in casa.
Un ristorante vero e proprio costa di più, ma si può dividere il conto.
Per chi lavora, cucinare un pranzo di Natale è una maratona tutt’altro che piacevole. Al ristorante ci si può rilassare e fare festa veramente.
Per molti, soprattutto per i giovani, proporre pietanze gourmand è diventata quasi un’esigenza, ma un conto è copiare la ricetta di un famoso chef e cucinarla per le 3-4 persone della propria famiglia, altra cosa è farlo per un’intera tavolata di amici e parenti. Troppo difficile da realizzare, troppo facile sfigurare.
Tra intolleranze e tendenze vegane, un crescente numero di persone ha esigenze particolari a tavola e mette in crisi chi deve cucinare. Meglio uscire.
L’ormai consolidata abitudine alla cucina etnica spinge molti a desiderare un Natale diverso, magari indiano o cinese, con tanto di mini spettacolo in costume.
Senza contare che spesso un pranzo in territorio neutrale può aiutare certi equilibri familiari non sempre armonici e soprattutto consente di rompere la routine dei Natali tutti uguali. E se si sceglie una trattoria fuori porta, si aggiunge anche la poesia di un paesaggio di campagna invernale. Se al contrario stare tutti insieme tra le mura domestiche vi piace, vi coccola e vi consola, allora ricordate che è molto trendy anche il pranzo informale, fatto di piccole cose golose, magari servite a buffet, senza strafare. Le 18 portate di una volta sono fuori tendenza, soprattutto oggi che l’attenzione alla linea è sempre accesa, anche il 25 dicembre.