Non solo la pizza più buona del mondo. La città partenopea è un mix di colori, profumi e sapori unici, che culmina in una grande tradizione di dolci per tutte le occasioni.
Il più antico dolce di Napoli, fagottino di pasta sfoglia che dalla forma ricorda il cappuccio dei frati, è merito della inventiva delle monache di un convento in Costiera. Oggi non c’è pasticceria della città che non proponga la sfogliatella Riccia o la Frolla. Ma siccome non tutte le sfogliatelle sono uguali è importante sapere dove andare. Da provare quelle dell’Antico Forno delle Sfogliatelle Calde Fratelli Attanasio, famose per l’impareggiabile croccantezza della riccia e per la delicatezza della frolla: i ripieni sono profumatissimi e abbondanti. In zona Stazione, Attanasio è la tappa perfetta per chi arriva, chi parte e chi vuole fare il pieno di energia prima di incamminarsi alla scoperta della città: giù per Corso Umberto, passeggiando tra vetrine, palazzi eleganti e l’imponente Palazzo dell’Università Federico II, oppure diretti nel cuore verace del capoluogo campano, la Spaccanapoli.
Non si può lasciare Napoli senza essere passati per la Spaccanapoli, aver comprato una statuina del presepe a San Gregorio Armeno ed essere rimasti a bocca aperta davanti al Cristo Velato nella Cappella Sansevero. Tanto poi a ricaricare le energie ci pensa la sosta da Scaturchio, pasticceria/istituzione come i suoi celeberrimi Ministeriali, dolcetti dalla ricetta segreta e depositata. Per assaporarli è solo sulla Spaccanapoli che bisogna andare. Hanno un secolo questi medaglioni di cioccolato con un ripieno di ricotta, liquore e nocciola. Per tutelarne la ricetta Scaturchio dovette sorbirsi lungaggini burocratiche passando da un Ministero all’altro. Sembrava essere diventato un affare di Stato, e da lì il nome diventato leggenda, che non rispecchia quindi la natura romantica della ricetta dal cuore dolcissimo, ideata come dono d’amore per un’attrice degli anni Venti.
Giovanna Siani
novembre 2017