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Melone: come sceglierlo e conservarlo

News ed EventiConsigli praticiMelone: come sceglierlo e conservarlo

Non ce n'è solo uno: sui banchi del super o del mercato possiamo scegliere tra i classici meloni retati, quelli con la buccia color giallo oro e quelli verdi, dal nome curioso. Qui tutti i trucchi per acquistarli e conservarli.

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Aiuta a dimagrire, previene le rughe, facilita l'abbronzatura... sono almeno 5 le buone ragioni per mangiare il melone d'estate. E sono almeno 500 le possibili combinazioni gourmet con cui gustarlo, a partire dall'intramontabile prosciutto&melone, in versione insolita e soprendente. 


Consumato abitualmente come frutto, in realtà il melone è un ortaggio, parente stretto di cetriolo e zucchina, che appartengono alla stessa famiglia botanica, quella delle Cucurbitacee. Sarà questa sorta di doppia identità che rende il melone estremamente eclettico, adatto alle preparazioni fresche sia salate, sia dolci. A partire dal più classico degli abbinamenti, quello con il prosciutto crudo, con il quale condivide il destino di finire sempre a fette: dolci per l’uno, sapide per l’altro, che si esaltano a vicenda in un grande equilibrio di gusto.


LE VARIETÀ


Il melone retato
Tra le tipologie più diffuse, il melone retato si riconosce per la scorza ricoperta da reticoli, come suggerisce il nome, con o senza i tipici solchi longitudinali che definiscono le fette. La polpa è di colore arancione, generalmente più morbida nei meloni con la segnatura della fetta e più croccante in quelli senza. Le varietà coltivate, infatti, sono decine, soprattutto ibridi derivati dalla Harper (con costolatura) e dalla Supermarket (senza costolatura). Il retato viene coltivato soprattutto nelle nostre regioni del Nord e raccolto, in modo continuativo, fino alla fine di settembre. La sua zona d’elezione è la provincia di Mantova, insieme ai territori di Cremona e alcuni comuni emiliani, dove fiore all’occhiello è il Melone Mantovano Igp, sia nella tipologia retata (80%), sia nella tipologia con buccia liscia (20%).


Il melone “d’inverno”
Il melone “giallo” o “gialletto” è conosciuto anche come melone invernale perché, nonostante venga raccolto in estate (come il retato), si conserva per un lungo periodo e viene commercializzato fin quasi a dicembre, senza perdere colore e consistenza. Anche per questa tipologia le varietà coltivate sono diverse - soprattutto ibridi derivati dal Giorillo e dall’Helios – tutte caratterizzate dalla scorza di colore giallo intenso, più o meno rugosa. La polpa è chiara (da cui anche il nome “melone bianco”) e molto zuccherina, dall’aroma quasi vanigliato. La sua zona d’elezione è il nostro Meridione (che lo preferisce ai meloni a polpa arancione), dove viene coltivato in Sicilia (prima regione produttrice in Italia, con una superficie di oltre 9.000 ettari), in Campania e in Puglia.


Il melone verde
Come il “gialletto”, appartiene al gruppo dei meloni cosiddetti “invernali” per la sua ottima conservabilità, che può durare fino a 2-3 mesi dopo la raccolta, ed è quindi disponibile sul mercato fino a novembre-dicembre. Originario della Spagna, appartiene alla tipologia “Piel de sapo” (letteralmente “pelle di rospo”), per via della scorza rugosa, di colore verde intenso e solcata da striature chiare, anche questa punto di partenza per la selezione di diversi ibridi. La polpa è bianca tendente al verdino, succosa e molto dolce. In Italia viene coltivato in Sardegna, ma, per via dei quantitativi limitati, il prodotto sul mercato è soprattutto importato da Spagna, Brasile e altri Paesi del Sud America.


Come sceglierli e conservarli
Al momento dell’acquisto, a parte scegliere meloni sodi e senza ammaccature, non sono indispensabili altri accorgimenti particolari, perché generalmente i prodotti sul mercato sono pronti per il consumo e con una shelf-life (cioè, la durata sullo scaffale) di 7-10 giorni. Tuttavia, nel caso dei meloni retati con costolatura, il colore giallino significa un maggiore grado di maturazione. I meloni a polpa bianca, in particolare, si mantengono in frigorifero anche fino a 10 giorni, nel reparto più basso, con l’accortezza di non tenerli insieme alle verdure, perché l’emissione di etilene potrebbe deteriorarle. Tirateli fuori dal frigo circa un’ora prima di gustarli: danno il meglio di sé a temperatura ambiente. Se non lo mangiate tutto, avvolgetelo in pellicola, conservatelo in frigorifero e consumatelo entro breve tempo.


Paola Mancuso
luglio 2016
aggiornato da Aurora Quinto
giugno 2019


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