Viaggiare e mangiare, due dei grandi piaceri della vita, compagni inseparabili quando ci spostiamo, che sia per diletto, dovere o entrambi. Ecco alcune delle novità dal mondo del cibo che viaggia.
Aerei, il cibo raggiunge l’alta quota
Sui viaggi aerei i numeri del cibo sono impressionanti: nel 2015 sono stati preparati in tutto il mondo 1,5 miliardi di vassoi per i viaggiatori. Ogni giorno in volo vengono consumati oltre 4 milioni di piatti tra primi, secondi e dessert, una quantità di cibo in grado di sfamare, almeno a pranzo, Roma e Milano messe insieme. Sul sito di Servair, uno dei grandi nomi della ristorazione aerea, che conta un esercito di 200 chef e serve compagnie come Air France, vi è il contatore in tempo reale dei pasti serviti a bordo dalla compagnia: oggi, alle ore 12.42 siamo a 296.477, e i numeri girano a una velocità tale che non si riesce a stargli dietro.
Sono oramai anni che le compagnie aeree si scervellano per migliorare l’offerta dei pasti a bordo. Certo ci sono tante compagnie – Air Canada, tanto per dirne una – il cui forte non può certo dirsi il food. In generale però, l’offerta tende al miglioramento – sicuramente nelle classi alte, meno in quelle economiche. E, soprattutto, si diversifica, con sempre più attenzione ai regimi alimentari particolari e alla richiesta di cibo sano che sempre più impera. Air Singapore, per fare un esempio, il mese scorso ha lanciato un programma di menù integrali, ricchi in vitamine e minerali, frutto di una ricerca fatta attraverso focus group e sessioni di assaggi con i frequent flyers. Anche i partner per assicurare prodotti di qualità sono importanti: Alitalia questa primavera ha siglato accordi con Lavazza per il caffè e con Ferrari per le Bollicine (in business).
La cucina di gran livello non solo a bordo degli aerei, ma anche prima del decollo (a per festeggiare l’atterraggio). Restando nel Bel Paese, lo chef Michelangelo Citino, dopo aver condiviso i fornelli con Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, ha aperto il suo ristorante accanto a Linate, con vista sull’aeroporto milanese. Il suo piatto forte? Gamberi rossi marinati con stracciatella di burrata e arance.
Galleggiando in un mare di prelibatezze
Costa Crociere ha decisamente puntato sul cibo, con varie iniziative: a partire da gennaio, Bruno Barbieri firma i menu della cena di gala. Lo chef italiano che con Gualtiero Marchesi ha più stelle Michelin, ben sette, torna alle origini: proprio a bordo delle navi da crociera aveva iniziato la sua carriera 36 anni fa, come terzo cuoco. Fregola e zafferano sardi ma anche influenze libanesi, arrosto di faraona e chutney di pomodoro. Lo scorso autunno erano stati lanciati i menù regionali, anch’essi messi a punto da uno chef stellato, Fabio Cucchelli, centinaia di nuovi piatti dalla tradizione di 14 regioni italiane, dallo spatola con pane e uvette al frico con patate e formaggio montasio. E ancora: la collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, fondata da Slow Food, nella ricerca di aumentare le proposte per un’alimentazione più sana e sostenibile a bordo, e la consapevolezza dei propri ospiti sulle tematiche del cibo “sano, pulito e giusto”. Tutto ciò è sfociato per esempio nella creazione della pizza artigianale “Pummid'Oro”, su cui si potrà magari gustare la mozzarella di bufala prodotta dal caseificio di bordo (vedi anche). Oppure i burger gourmet, con carne 100% fassone italiano.
Su MSC Crociere, i bambini diventano apprendisti chef con Carlo Cracco, protagonista di quest’iniziativa che prende il via proprio nella stagione estiva 2016. Si chiama Doremi Chef e, più che un vero e proprio corso di cucina, è un cooking live show dedicato ai bambini con fini di edutainment, per avvicinare i pulcini al concetto d’impasto, impanatura, soffritto etc. Alla fine i piccoli chef riceveranno tanto di certificato firmato dall’onnipresente chef nostrano.
Tirrenia quest'estate punta a diffondere la cultura gastronomica della Sardegna. Da maggio sino a ottobre, ogni mese sarà dedicato a un prodotto: dalla bottarga ai salumi, dai grani sardi ai formaggi.
Su strada, la sosta diventa sostenibile
È ancora grazie alla collaborazione con l’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che arriva un’altra novità nel cibo da viaggio: in casa Autogrill è nato Bistrot, dove si gusta cucina locale di qualità, a chilometro zero. Il luogo della sperimentazione è quel punto di sosta autostradale storica, nella A1 a cavallo tra Piacenza e Parma. Nell’autogrill Pavesi di Fiorenzuola d’Arda arriveranno dunque piatti celebri del territorio, come i tortelli con la coda, cucinati con prodotti di aziende locali, come le farine e i salumi. Una formula con cui Bistrot è già presente fuori dai nostri confini, in Germania, Islanda e Svizzera, e presto anche nel Canada che parla francese.
Carola Traverso Saibante
2 giugno 2016