Il maggior contributo degli insetti impollinatori agli ecosistemi in natura è l'impollinazione di quasi tre quarti delle piante che producono il 90% del cibo mondiale. Ben un terzo della produzione alimentare mondiale dipende dalle api. Per sottolineare l’importanza della salvaguardia di questi insetti e diffondere la consapevolezza del loro ruolo necessario alla nostra sopravvivenza, nel 2017 l’Onu ha istituito il 20 maggio la Giornata Mondiale delle Api.
Api indispensabili
Per poter sfamare la popolazione mondiale in crescita, abbiamo bisogno di quantità di cibo sempre maggiori, cibo che deve essere vario, equilibrato e di buona qualità per garantire il progresso e il benessere dell'umanità. Si sa che le api forniscono cibo di alta qualità come pappa reale, polline e – naturalmente - miele. L’Italia è il Paese dove si producono più varietà di miele in assoluto: le differenze fra le tipologie dipendono molto dalla varietà di polline che le api ricavano dalle piante o dai fiori. E non solo: la zona geografica, la stagionalità e l'altitudine sono ulteriori variabili che giocano un ruolo determinante sulla produzione del miele.
In Toscana, le favorevoli condizioni ambientali hanno consentito lo sviluppo dell’apicoltura fin dall’età etrusca e romana. Non a caso, in queste antiche culture, il miele si trovava spesso in tavola accompagnato da vino e condimenti.
Il Parco di Migliarino-San Rossore Massaciuccoli - insieme ai Monti Pisani e all'area agro-forestale di Collesalvetti - forma l'area Unesco chiamata Selve Costiere di Toscana, Riserva della Biosfera riconosciuta dall’UNESCO nel 2004 e formalizzata nel 2016, un’area che si estende tra le province di Pisa e Lucca, da Calambrone a Viareggio fino a includere estese porzioni di aree agricole e forestali delle Colline livornesi.
Una rarità tutta toscana
Nella zona litorale del Parco – che comprende parte del litorale pisano e versiliese (in particolare, Marina di Torre del Lago, Marina di Vecchiano e San Rossore) - si trova una varietà di miele assai particolare, unico nel suo genere, chiamata Miele di Spiaggia del Litorale Pisano o semplicemente Miele di Spiaggia. Il nome, infatti, deriva proprio dal fatto che le famiglie di api, allevate in arnie di legno, sono sistemate sull’arenile, al riparo delle dune sabbiose del Parco, e vivono in un ambiente incontaminato e ricco di vegetazione spontanea tipica delle specie botaniche della macchia mediterranea, del clima mite e dall’isolamento creato dalla pineta che le costeggia.
Da giugno ad agosto le api bottinano nettari e resine, e il miele che se ne ottiene avrà il sapore del mare e dei fiori della spiaggiacome il cisto, la tamerice, il corbezzolo, il pitosforo e l'elicriso in particolare (noto come camuciolo in Versilia), un fiore giallo, dal profumo intenso che colora il paesaggio (vedi cover). Di questo fiore le api non raccolgono il polline ma, facendo gli insetti molta fatica a trovare fiori in prossimità delle dune e delle spiagge della Lecciona (in Versilia) e della Foce del Serchio (Pisa) e per la costante presenza del vento, sostano spesso su questi fiori gialli per riposarsi, raccogliendone così nelle loro soste il profumato olio essenziale, che va quindi ad aggiungersi al nettare che le altre piante della spiaggia mettono a loro disposizione.
L’elicriso, sebbene catalogato come specie non nettarifera, rimane quindi “ingrediente” fondamentale per il Miele di Spiaggia, poiché sono le microscopiche gocce di oli essenziali raccolte dalle api sui suoi petali che conferiscono al miele il suo particolare sapore “marino” e le sue qualità organolettiche.
Questo particolare miele di tipo millefiori, a certificazione biologica, ottenuto unicamente lungo il litorale marino del Parco di Migliarino-San Rossore Massaciuccoli, può presentare colori diversi anche se il più comune è quello chiaro-ambrato, la consistenza è trasparente e decisamente fluida. L’odore e il sapore ricordano quelli degli oli essenziali delle piante della macchia mediterranea da cui è prodotto: oltre all’elicriso, troviamo santolina, fiordaliso, verga d’oro, vedovino e i più diffusi tipi di cisto, che colonizzano gran parte delle dune costiere.
Questo miele prezioso viene prodotto da maggio ad agosto attraverso una lavorazione attenta e paziente che prevede un processo lungo, dove la passione e il rispetto per i tempi della natura sono fondamentali. Si arriva al prodotto finito attraverso vari passaggi; i melari carichi di miele e cera d’api (vedi sopra) vengono prelevati dagli alveari e messi in un macchinario che toglie la cera e libera il miele dalle celle. I melari stessi vanno in una centrifuga dove il miele viene estratto e poi filtrato per eliminare eventuali impurità. La commercializzazione di questo prodotto unico nel suo genere, data la modesta quantità prodotta, è improntata alla vendita diretta da parte delle aziende apistiche locali (su www.parcosanrossore.org) o a negozi di generi alimentari tipici.
il suo profumo predominante ricorda il mare, l’estate e l’aroma che avvolge camminando tra le dune macchiate del giallo dorato di quest’oasi mediterranea. Il sapore, come il profumo, è intenso e ricorda le spiagge selvagge e intatte dei litorali mediterranei.
Degustazione e curiosità
Si consiglia di assaporarlo su fette di pane fresco, con frutta secca e antipasti agrodolci oppure abbinato a ricotta di pecora o altri formaggi, sia freschi sia stagionati. Ideale l’accostamento con vini bianchi fermi.
Un estimatore vip di questo miele è l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Storie e leggende sulle proprietà afrodisiache del miele da spiaggia si perdono nei tempi, ma il suo consumo pare fosse vietato all’interno dei monasteri.
Francesca Tagliabue
maggio 2022
CREDITI: le foto di apertura, dei melari con le api, dell’apicoltore (Matteo Giusti) tra gli elicrisi e della spiaggia con la macchia mediterranea sono di Matteo Giusti