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Lotta alle macchie: arriva la stoffa anti-chiazze

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Inventata da uno chef, ma per i comuni mortali sono sempre validi i vecchi rimedi. Ecco come togliere olio, sugo e vino rosso.

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Una stoffa a prova di macchie, che non si sporca mai? Il sogno di tutti i comuni mortali che hanno a che fare con il lavaggio dei panni. Ebbene, adesso è realtà, e i destinatari privilegiati di quest’invenzione straordinaria sono gli chef.

L’inventore, infatti, è proprio uno chef, l’australiano Adrian Li, che ha fondato una start-up, Fabricolor, per creare una giacca e un grembiule di cotone “idrofobico”, che respinge non solo l’acqua, ma ogni tipo di macchia. Grazie alle nanotecnologie, questa stoffa, che oramai esiste davvero, è incredibilmente inattaccabile: provate a versare sulla maglietta una bottiglia intera di vino rosso, o una padellata di sugo alla amatriciana, e il liquido vischioso scivolerà alle caviglie di chi la indossa come una biscia che scompare nelle rocce senza lasciar traccia del suo passaggio…

Peccato che noi comuni mortali indossiamo ogni genere di abbigliamento e fibra, che a prova di macchia certo non sono, e ci troviamo spesso alla prese con la battaglia contro il sugo che decora la camicia sul petto come un’indegna medaglia. Vediamo dunque come provare a sconfiggere alcune delle macchie più ostinate. Una premessa: ogni stoffa esige il suo rimedio, quindi bisogna cercare innanzitutto di capire bene con che tipo di tessuto si ha a che fare.

Partiamo dall’olio. L’acquaragia nasce per i colori ad olio, quindi è il massimo come sgrassante – una volta, quando le nostre spiagge erano popolate di una sostanza oramai vintage, il nero bitume, era proprio all’acquaragia che ci si rivolgeva per toglierlo via da costumi, asciugamani e parei. Siccome però a sua volta ha una base unta, l’acquaragia ava poi lavata con uno sgrassante: l’ammoniaca è il massimo sgrassante esistente, ma è sopportata da pochissimi tessuti. Ossia: un buon cotone non colorato. Quindi: per tessuti bianchi e resistenti, tamponare con acquaragia, poi con ammoniaca diluita in acqua e risciacquare con sapone. Avete un macchione gigante su una candida tovaglia di fiandra?  Questo è il rimedio perfetto.

Per i colorati, invece, l’acquaragia va molto diluita con succo di limone, oppure si può trattare la macchia come per i delicati, ossia: tamponare l’unto con carta assorbente e cospargere di borotalco, strofinandolo sopra il misfatto. Lasciarlo assorbire per  almeno un’oretta, poi scuoterlo via e strofinare la macchia residua con sapone di Marsiglia - o al massimo con una goccia di detersivo per piatti, che è più smacchiante del sapone di Marsiglia, ma più forte sui colori, che quindi potrebbero stingere. Per la pelle tamponare, con massima attenzione (per esempio con l’aiuto di un con cotton fioc,) con benzina e poi sfumarla circolarmente via subito con un panno, affinché non rimanga l’alone.

Passiamo al sugo, che è diviso in due fasi: prima si toglie l’unto; nella seconda la macchia di pomodoro. La prima fase è come per l’olio. A questo punto ci si dovrà sbarazzare del colore dato dal pomodoro: usare di nuovo il detersivo dei piatti, sempre con attenzione – una goccia alla volta, poi se non basta se ne aggiunge. E se la chiazza rossa non volesse andar via, ricorrere al caro vecchio sapone di Marsiglia solido – bagnato ma non troppo, ancora bello duretto – sfregarlo sopra e lasciarlo a “macerare” anche per un giorno intero (anche lo smacchiatore, per le macchie ostinate, è molto più efficace se si lascia tutta la notte). Poi procedere al normale lavaggio.

Infine parliamo del vino rosso. Per i bianchi resistenti si può mettere il capo a mollo con acqua tiepida e candeggina molto diluita, mentre nei bianchi delicati si sostituisce quest’ultima con acqua ossigenata. Per cotone e lino, anche colorati, si può procedere così: versare subito vino bianco sulla macchia, e asciugare con carta assorbente, quindi tamponare con acqua (più calda è, meglio è, se il tessuto la regge fatela bollente), succo di limone e sale. Poi sfregare con gocce di sapone liquido o di Marsiglia e lasciare a secco per un tempo tanto più lungo tanto meno è fresca la macchia, prima del risciacquo. Per seta e sintetici, invece, tamponare con latte caldo, e poi con qualche goccia di shampoo delicato da bambini, lasciarlo lì per poco, passare velocemente al risciacquo, e incrociare le dita!

Carola Traverso Saibante
9 settembre 2016

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