Già al ventesimo anno di vita Libri da Gustare, la nota manifestazione dedicata all'editoria enogastronomica e del territorio, promossa dall'Associazione Culturale Ristoranti della Tavolozza, si è conclusa i giorni scorsi. Una giuria composta di giornalisti, gourmet ma anche di chef e librai, premia ogni volta 8 pubblicazioni appartenenti a tre categorie: cultura del cibo, cultura del vino e cibo nella letteratura. In quest’occasione, oltre al conferimento del premio “Libro più Gustoso dell’anno” al giornalista Marcello Masi per la pubblicazione 'I signori del vino' (scritto con Rocco Tolfa, edizioni RAI-ERI), sono state consegnate - com’è tradizione - tre menzioni speciali a un giornalista enogastronomico, a un progetto editoriale ed a un'artista. Uno dei riconoscimenti è andato a Laura Maragliano, direttore di Sale&Pepe e di tutte le riviste di cucina Mondadori, per il lavoro costante verso la salvaguardia delle produzioni del territorio.
«Laura è stata un’ottima scelta, era la candidata ideale» ha dichiarato Claudio Porchia, presidente dell’Associazione Ristoranti della Tavolozza. «È una grande professionista che ha dimostrato un forte impegno verso la tutela del prodotto made in Italy. Ancora di più, è stata ed è capace di celebrare il made in Italy senza perdere di vista l’identità dei vari territori. Di dare valore alle specificità all’interno dello spettacolare bacino di eccellenze che è il prodotto enogastronomico nazionale. Un atteggiamento perfettamente in linea con la filosofia dell’Associazione Ristoranti della Tavolozza, un impegno riconosciuto che siamo stati lietissimi di premiare».
Destinatari delle altre menzioni speciali sono stati il professor Luciano Bertello, ideatore e promotore del progetto editoriale “Laboratorio d’idee e di studi sulla civiltà del vino e della tavola di Langhe-Roero e Monferrato” e Dino Gambetta per il progetto “Formaggi d’artista”, con cui ha dato prova della capacità di rappresentare con grande originalità il legame tra arte e cibo con originali opere.
Nata nel 1990 con l’obiettivo di rivalutare la cucina tradizionale regionale, l’Associazione ha fatto molta strada. «Ai tempi la cucina di tradizione era considerata quasi una cosa retrò, erano di moda le penne alla Vodka, per dare un’idea. La cucina regionale, un patrimonio inestimabile di cultura del cibo, era sconosciuto ai più; i primi ristoranti associati fin dall’origine hanno dato vita a un movimento culturale anticipatore di quella che oggi è definita la cucina del territorio» spiega Claudio Porchia, che presiede l’Associazione da 5 anni e che ha voluto allargane il percorso culturale con eventi e manifestazioni, dando visibilità e valore a chi crede nella propria terra, creando nello stesso tempo anche un indotto economico e turistico di grande interesse.
Oggi in cucina l’utilizzo dei prodotti del territorio si è imposto con successo in tutto il settore della ristorazione, e l’Associazione si pone ora obiettivi nuovi. «Ho voluto aggiungere al nome dell’Associazione la definizione di Custodi del territorio, siamo cresciuti e le strutture ricettive aderenti alla nostra associazione, oltre che per la cucina con i prodotti del territorio, devono caratterizzarsi anche per la cordialità, l’ospitalità e la presenza di elementi di “atmosfera”. Uno dei temi che ci stanno molto a cuore è l’accoglienza: abbiamo stilato il Decalogo dell’accoglienza perché è necessario garantire al cliente un’esperienza unica, da ricordare e da raccontare. È un aspetto dell’ospitalità importante quanto il mangiar bene o il giusto rapporto qualità-prezzo» conclude Porchia. È firmata dall’Associazione Ristoranti della Tavolozza l’omonima Guida, una pubblicazione annuale con oltre 100 indirizzi dove trovare eccellente cucina e ottima accoglienza, un riferimento importante per quanti vogliono scoprire la cucina regionale autentica, dove la tradizione è la protagonista della tavola.
Francesca Tagliabue
Novembre 2017