Recuperare le vecchie reti da pesca e trasformarle in nylon di alta qualità da riciclare per creare prodotti nuovi come vestiti, calze, costumi da bagno, biancheria intima e tappeti. È l’ambizioso progetto “Healthy Seas, a Journey from Waste to Wear” nato un anno fa dalla sinergia tra Aquafil, produttore globale di poliammide, ECNC Land and Sea Group, centro di competenza europeo per la biodiversità e la sostenibilità, e Sock Star, azienda produttrice di calze nei Paesi Bassi.
L’obiettivo è ridurre i rifiuti solidi abbandonati nei mari, in particolare le reti da pesca: secondo un rapporto realizzato congiuntamente da Fao e da Unep sarebbero 640mila le tonnellate di reti alla deriva negli oceani, circa un decimo di tutti i rifiuti presenti in mare. Si tratta di oggetti che rimangono nell’ecosistema per centinaia di anni e particolarmente pericolosi per i delfini e altri animali marini che troppo spesso finiscono per restarvi intrappolati. Tre le aree costiere interessate dal progetto pilota: Mare del Nord, Mar Mediterraneo e Mar Adriatico.
La prima fase si è concentrata sui fondali di Olanda e Belgio, dove attrezzate squadre di sommozzatori, archeologi marini e fotografi hanno recuperato e stoccato le reti da pesca nel magazzino di Scheveningen, a pochi chilometri da Rotterdam. Le reti raccolte infine sono state trasportate in Slovenia e rigenerate in un nuovo filato ECONYL® mediante un processo chimico che non prevede l’utilizzo di solventi e sostanze inquinanti.
Ben presto il progetto coninvolgerà anche le zone al largo delle coste di Slovenia, Croazia e Italia: dopo l’estate ad Ancona sarà organizzato un punto di raccolta delle reti dismesse e di quelle raccolte in mare e partiranno le attività di raccolta con il supporto di subacquei e operatori specializzati.
Silvia Tatozzi
10 luglio 2014