Negli anni Trenta Pier Cloruro de Lambicchi stupiva i lettori del Corriere dei Piccoli con la sua “arcivernice”, una vernice trasparente che spennellata su qualsiasi immagine la portava in vita, scatenando così divertenti e imprevedibili situazioni.
Qualche anno dopo, nel 1942, un gruppo di ricercatori delle Ssisca, la Stazione sperimentale per le Industria delle conserve alimentari di Parma, ebbe l’idea di produrne un’altra vernice, per l’epoca fantascientifica come quella del fumetto: una lacca ottenuta con le bucce di pomodoro per rivestire l’interno dei barattoli alimentari. Allora il petrolio scarseggiava e conflitto mondiale e fascismo imponevano l’autarchia. Non se ne fece nulla e il brevetto italiano rimase in un cassetto per 70 anni.
Ma ora, grazie a una maggiore attenzione all’ecosostenibiltà e per il fatto che la vernice usata adesso, derivata dal petrolio, contiene bisfenolo A, sostanza considerata pericolosa per la salute, l’idea è stata riesumata dalla stessa Ssisca.
Il nome del progetto è Biocopac e coinvolge i ricercatori di Parma e altri partner italiani ed europei.
L’idea è semplice e geniale. Per la produzione di pelati e conserve, si creano scarti per 150mila tonnellate, il cui smaltimento costa caro alle industrie conserviere. Rispolverando il brevetto del ’42, dalle bucce di pomodoro si isola la cutina, il polimero che rende impermeabili i frutti, la si lega a solventi naturali e si ottiene una biolacca con la quale creare l’essenziale barriera per impedire il contatto degli alimenti con l’alluminio dei barattoli.
Con le migliaia di tonnellate di scarti di pomodoro è stato ipotizzato che sarà possibile rivestire 400miliardi di lattine.
E i tempi? L’impianto per la produzione delle biolacca diventerà operativo entro la metà del 2015, ma ci vorranno ancora 2-3 anni di attesa perché i consumatori possano aprire una scatoletta protetta con la vernice di pomodoro. Uno dei problemi ancora da risolvere è il colore delle vernice, perché a differenza di quella di Pier Cloruro, non è trasparente, ma scura, quindi poco attraente dal punto di vista alimentare. Un dettaglio che sicuramente sarà superato.
Mauro Cominelli
9 dicembre 2014