Il comitato dell'Unesco ha dieci giorni, dal 15 al 25 giugno, per decidere quali siti aggiungere alla lista dei Patrimoni del'Umanità: ad oggi quelli che che hanno superato il vaglio della commissione, portando così a mille i siti tutelati in tutto il mondo, sono 10.
Da ieri, con l'iscrizione dei famosi paesaggi vitivinicoli di Langa-Roero e Monferrato, l'Italia raggiunge la quota di 50 siti protetti e conquista il 5 per cento dell'intero Patrimonio riconosciuto dall'Unesco in tutto il mondo.
Quest'area geografica è arrivata al traguardo superando anche le rinomate colline francesi dove si producono Champagne e Bordeaux.
La sua estensione è di oltre diecimila ettari e interessa tre province e 29 comuni. Sei i territori d'eccellenza entrati nell'Heritage List dell'Unesco: la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l'Asti spumante, il Monferrato degli Infernotti.
L'Unesco annuncia con queste parole la promozione di Langhe e Monferrato: “I paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte di Langhe-Roero e Monferrato sono una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino. […] I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l'archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica”.
Leggendo le motivazioni dell'Unesco non si può che pensare agli scrittori che hanno contribuito a rendere famosa questa terra. Come Cesare Pavese, che ben sapeva quanta fatica c'è nella cura del vigneto: “Non c'è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell'odore della terra cotta dal sole d'agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il respiro e il suo sudore”. E Beppe Fenoglio che con “Il partigiano Johnny” racconta la storia di un giovane studente di Alba: la sua battaglia è condotta proprio nelle Langhe, a fianco dei partigiani, durante la Resistenza.
Ma questo importante riconoscimento va soprattutto a quei viticultori che hanno saputo valorizzare e, in qualche modo, proteggere il paesaggio. Se l'Unesco ha riconosciuto queste colline struggenti, i castelli, i vigneti e i noccioleti che le compongono come patrimonio dell'umanità è anche grazie a loro. E forse, come scrive oggi Aldo Grasso su Repubblica, è anche grazie all'antica povertà che ha caratterizzato questi luoghi prima della guerra. Allora erano definite “zone depresse”, la miseria aveva costretto molti a emigrare in cerca di lavoro. Chi è tornato ha contribuito, con la forza del lavoro, a preservare questi territori dagli scempi edilizi che hanno imperversato e distrutto altre regioni, tra villette a schiera, capannoni industriali e centri commerciali. E infine non bisogna dimenticare Carlin Petrini, patron di Slow Food che ha visto i natali proprio in queste terre.
Oggi i vigneti nelle zone del Barolo DOCG nella bassa Langa di Alba sono tra i top ten dei terreni agricoli con il valore più alto per ettaro: dai 200.000 al milione di euro contro un costo medio di 20.000 euro.
Con la promozione concessa dall'Unesco molti auspicano un incremento dei flussi turistici, guadagni e maggior benessere. Ma l'assessore piemontese alla Cultura, Antonella Parigi, esorta a fare attenzione e a non snaturare il territorio, perché il riconoscimento Unesco non è acquisito per sempre, ma è sottoposto a controlli continui. Per l'Unesco Langhe-Roero e Monferrato sono “beni protetti”: una zona paesaggisticamente meravigliosa, con lo spettacolo grandioso delle colline illuminate dal sole e ricamate dai filari delle vigne, da tutelare a oltranza.
Monica Pilotto
23 giugno 2014