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La pasta è l'alimento più amato dagli italiani

News ed EventiNewsLa pasta è l'alimento più amato dagli italiani

Il consumo di pasta nel mondo è in aumento, come testimoniato anche al World Pasta Day tenutosi a Buenos Aires

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Il 99% degli italiani adora la pasta e il 44% quotidianamente la cucina. L'Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane (AIDEPI) ha presentato una ricerca sul consumo di pasta nel mondo, in occasione della XXVII edizione della Giornata mondiale della pasta, che si è svolta pochi giorni fa a Buenos Aires.

Un incontro internazionale promosso dall'Organizzazione Internazionale Pasta (IPO), dove sono stati presenti esperti locali e internazionali per discutere di sostenibilità, materia prima, mercati mondiali, salute e nutrizione, gastronomia, ricerca e sviluppo.

L'AIDEPI ha commissionato a Doxa l'indagine, "gli italiani e la pasta", in cui si è evidenziato che il 69% degli intervistati con età tra i 30 e gli 80 anni, la consuma molto spesso, da 4 a 7 volte la settimana, senza differenza sostanziale di sesso (51% uomini e 49% donne).

Il 95% dei soggetti interpellati serve in tavola una porzione tra gli 80 e i 100 grammi, componente basilare della dieta mediterranea e quantità corretta suggerita dai nutrizionisti. La pasta è stata inserita tra i patrimoni immateriali dell'umanità dall'Unesco.

La produzione mondiale annua di pasta è di 14 milioni di tonnellate e l'Italia conferma la posizione leader, non solo come potenza produttiva, ma anche come consumo nazionale, consumo pro-capite e export.

In Italia nel 2013 sono stati prodotti 3,4 milioni di tonnellate di pasta (+2,3%), per un valore di 4,6 miliardi di euro. L'esportazione si è attestata a 1.901.354 tonnellate di pasta (+5,4%), con un controvalore di 2 miliardi di euro. La pasta oltre essere un alimento salutare, fa bene all'economia del nostro Paese.
Qui potete trovare tutti i numeri sulla pasta.

La pasta è una scelta sostenibile: necessita di un basso utilizzo di fertilizzanti chimici; inoltre nella fase di coltivazione del frumento duro, attraverso la rotazione colturale dei campi si ha un basso impatto ambientale e un'ottima resa qualitativa.

Diego Stadiotti
27 ottobre 2014

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