L'11 maggio 2022 l'Italia ha approvato la legge Salvamare, uno strumento fondamentale nel contrasto al marine litter, che rende finalmente i pescatori protagonisti attivi della pulizia del mare, consentendo loro di riportare a terra i rifiuti recuperati al largo
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Il recupero dei rifiuti in mare Incredibile ma vero, ai pescatori era impedito di portare a terra tutti i rifiuti che finiscono nelle reti. Fino al 10 maggio raccogliere la spazzatura che purtroppo si trova in mare e portarla a riva per smaltirla non era permesso. O meglio, lo era, ma previo un iter talmente complesso che avrebbe demotivato anche il più accanito degli ambientalisti.
Non stiamo parlando della bottiglietta di plastica incrociata per caso con il pedalò, ma del marine litter, ovvero delle migliaia di bottigliette, nonché sacchetti, lattine, indumenti acrilici e quant’altro che finiscono quotidianamente nelle reti dei pescatori.
Definiti dalla legge precedente “rifiuti speciali” obbligavano, per essere eliminati, a una lunga procedura burocratica, che non poteva certo essere affrontata da chi stava svolgendo il proprio non semplice lavoro, cioè pescare. Non rispettarla e addurre comunque la spazzatura in porto (dove per altro non c’erano strutture per accoglierla) era un reato penale e si rischiava una denuncia per “trasporto illecito di rifiuti”.
E quindi? Quindi fino a settimana scorsa i pescatori non potevano far altro che passare delle ore a districare dalle reti l’oggettistica varia e poi ributtarla in mare. Un affronto tanto orribile quanto inevitabile alla difesa dell’ambiente, alla sostenibilità, all’economia circolare di cui tanto si parla.
La legge Salvamare Oggi questo non accadrà più. E lo stesso dicasi per chi pesca nei fiumi o nei laghi: pur chiamandosi Salvamare, in allusione al problema più grande, il decreto vale per tutte le acque.
Approvato con 198 sì, 17 astenuti e nessun no, abroga la legge precedente e ci aggiunge qualcosa sottolineando che tutti i rifiuti, siaquelli accidentalmente pescati (Rap) che quelli volontariamente raccolti (Rvr), potranno essere portati a terra senza incappare in problemi. Una distinzione che incoraggia non solo trattenere ciò che si è impigliato nelle reti, ma anche a rastrellare quanto si trova nei dintorni.
Secondo una stima di Fedagripesca, se i pescherecci italiani portassero a riva tutto quello che non è pesce, in dieci anni il mare sarebbe liberato da 30 mila tonnellate di rifiuti: un bel balzo in avanti rispetto all’agenda Onu 2030…
Le iniziative Ora, ad opera delle autorità portuali, verranno predisposte isole ecologiche per ricevere l’infausto bottino e avviarlo al riciclo. E non solo. I comandanti dei pescherecci più virtuosi saranno premiati. Non si sa ancora in che modo: il compito di individuare delle misure di riconoscimento, entro 4 mesi dall’entrata in vigore della legge Salvamare, è stato affidato al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica.
Parallelamente ci sarà un massiccio impegno perché il marine litter infesti sempre di meno le nostre acque, a partire da un’opera di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado.
Con la legge Salvamare, i cui lavori sono iniziati nel 2019 su proposta dall’allora ministro dell’ambiente Sergio Costa, possono finalmente esultare le associazioni ambientaliste, da Wwf a Legambiente, ma anche Federparchi (che copre le riserve marine), o Slow Food che, attraverso il sottoinsieme Slow Fish, tanto ha fatto e tanto ha detto per la tutela del mare.
E visto che da un rischio di denuncia siamo passati alla certezza di un premio, per i pescatori e per tutti, esultiamo anche noi.