News ed EventiNewsLa cultura dell’alimentazione si impara nella campagna umbra
Con una Fondazione e un’Accademia, le sorelle e imprenditrici Dominga, Marta ed Enrica Cotarella promuovono fra i giovani una nuova consapevolezza del rapporto con il cibo e offrono un percorso formativo per il futuro
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“Cugine di sangue, sorelle d’amore”: così, nella definizione di Marta Cotarella, si presentano le Cotarella Sisters, imprenditrici umbre - di seconda generazione - del mondo vitivinicolo. Enrica, Dominga e Marta (nella foto in basso) sono infatti figlie di due fratelli, Riccardo e Renzo, ed esponenti di una famiglia tra le più importanti del settore. Oggi, sono rispettivamente responsabile della comunicazione, direttore marketing e commerciale, responsabile delle attività di pianificazione e controllo di Falesco, l’azienda in attività dalla fine degli anni Settanta, e della nuova realtà Famiglia Cotarella. “Ricevere un’eredità è una responsabilità importante”, riconosce Marta. Per non disperdere il tesoretto costruito dai genitori, le sorelle Cotarella hanno voluto sviluppare, con una loro lettura, importanti progetti che mettono in comunicazione la realtà agricola e vitivincola con il mondo dei giovani. “Il vino è diventato lo strumento di questi progetti”, interviene Dominga, che rilancia: “L’azienda stessa diventa la chiave per far crescere il territorio e per stare accanto ai ragazzi, con la Fondazione Cotarella e con Intrecci, la nostra Accademia di formazione”.
Nuove prospettive per giovani fragili La Fondazione, in particolare, nasce dall’esperienza personale di Dominga che la presiede e, da madre, ha potuto toccato con mano la complessità dei disturbi alimentari e di come possano condizionare la vita dei più giovani. Una malattia da cui uscire si può: “Affrontare questo tema richiede uno sforzo di umiltà, di pazienza, di delicatezza, di fare squadra, di abbracciare, di sentirsi famiglia”. Scopo della Fondazione, sita in località San Pietro a Montecchio (a pochi chilometri da Orvieto), è aiutare ragazzi e ragazze fragili, dando loro la possibilità di trovare un nuovo equilibrio vivendo in fattoria, a contatto con le vigne, immersi nella natura rigogliosa dell’Umbria. Anche in collaborazione con centri di ricerca e cura fra i più importanti d’Italia, come il San Raffaele. “Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti giovani possano diventare un giorno chef, maître, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo”.
La sala si impara in Accademia Avviare i giovani a una professione, legata al mondo della ristorazione, è anche la mission di Intrecci, l’Accademia di alta formazione di sala nata nel 2018 che, a settembre, vedrà partire il settimo anno accademico. Il nome stesso, Intrecci, unisce le tre C delle “sisters”, ma anche quelle delle parole chiave del progetto: coraggio, cultura e curiosità, che si evolvono in classe, carattere e calore, tratti distintivi dell’ospitalità. La sede è al confine tra Lazio e Umbria, nel piccolo borgo di Castiglione in Teverina. Realizzata nella struttura che un tempo ospitava l’oleificio del paese, si trova di fronte all’odierno MUVIS, Museo del vino e delle scienze agroalimentari.
Formula campus fra aula e stage L’Accademia accoglie 25 studenti a corso, fra ragazzi e ragazze: “L’età media è di 22 anni. E se agli inizia c’era una forte predominanza maschile, oggi almeno la metà degli studenti sono ragazze”, spiega Marta. “Il corso prevede sei mesi in aula con la formula campus e sei mesi di stage, in ristoranti e hotel italiani ed esteri, durante i quali spesso gli studenti mettono già un contratto in tasca”. La selezione avviene, come racconta Dominga, tramite colloqui (senza test o prove di altro genere) e “attraverso l’entusiasmometro: spesso, basta guardare i ragazzi negli occhi per cogliere la giusta energia e passione”.
Formazione a 360° Il piano di studi è articolato e completo, un giusto mix fra teoria e pratica che spazia dalle tecniche di marketing e comunicazione all’accoglienza, dall’agronomia all’enologia, dalle materie economiche a quelle scientifiche, dalle lingue alle lezioni di postura e portamento. Una formazione a tutto tondo che, per la parte di stage, mette in campo strutture di altissimo livello compresi diversi tristellati, come l’Osteria Francescana di Massimo Bottura e Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo.
Ultimo nato nel progetto didattico è il master universitario con specializzazione in Turismo sostenibile, inclusivo e itinerante. Attuato in collaborazione con la Luiss business school, il master forma manager del territorio e mantiene la formula campus, che contribuisce a fare squadra: una skill fondamentale per futuri professionisti di sala e manager della ristorazione 2.0. Affacciati al futuro, ma con radici nella grande tradizione italiana di ospitalità che sa unire savoir-faire, competenza e spontaneità.