Aumentare il consumo di pesce grasso, come sgombro, salmone, tonno, aringhe e sardine, può aiutare a perdere peso. I "grassi buoni" contenuti nel pesce, gli Omega 3, sarebbero in grado di trasformare nell’organismo le cellule di grasso “cattivo” in altre più sane, bruciando le calorie e riducendo l'appetito. Senza contare che gli Omega 3 hanno moltissime altre proprietà benefiche, allungano la vita e combattono la depressione.
Se salmone e tonno sono le opzioni più facili nel nostro immaginario, esistono tantissime alternative di pesci nostrani migliori per la nostra salute, il nostro portafogli e la salvezza del mare. Insomma, di pesce buono e sostenibile.
La letteratura scientifica in merito non è ancora corposissima e i risultati dei vari studi, come molto spesso succede, sono anche in parte contrastanti. Detto questo, le ricerche - inclusa quella giapponese dell’Università di Kyoto, pubblicata nel 2016 su Scientific Reports - tendono a mettere luce come innanzitutto l'olio del pesce riduca fame e appetito, soprattutto nelle persone sane che seguono una dieta dimagrante. Inoltre, accelera il metabolismo, il che significa bruciare più calorie e quindi potenzialmente perdere più peso. Questi effetti sarebbero particolarmente rilevanti quando al pesce grasso si abbina esercizio fisico.
Tutti i mammiferi, compreso l’uomo, sono dotati di tre tipi di tessuto adiposo, tre tipi di grasso: il bianco, il bruno e il beige, scoperto pochi anni fa, con una funzione simile a quello bruno. Il primo serve principalmente per accumulare le molecole energetiche che ci consentono di "resistere" durante gli intervalli tra i pasti. Il bruno e il beige bruciano i grassi per produrre calore.
La ricerca giapponese si era per esempio concentrata sul grasso bianco e quello beige, scoprendo che il pesce sarebbe tra i principali fattori della trasformazione delle cellule di grasso bianco in grasso beige, che contribuisce a "sciogliere" la massa corporea. Viene particolarmente attivato dall'attività fisica e serve a dare energia ai muscoli; ha la capacità di bruciare le calorie anziché conservarle come riserva.
Aveva inoltre dimostrato come il consumo di pesce grasso sia correlato alla longevità. I due regimi alimentari che, secondo diversi studi, contribuiscono ad allungare la vita sono proprio la dieta mediterranea e il modo di alimentarsi giapponese. E uno dei motivi dell'aumento della longevità sarebbe proprio da imputare al consumo di pesce grasso.
Infine c'è da notare una cosa: una revisione di oltre una ventina di studi scientifici sul tema ha messo in luce come il consumo di pesce grasso possa aiutare a perdere adipe e centimetri (in particolare nel girovita, migliorando la proporzione girovita-fianchi) senza per questo necessariamente risultare in una diminuzione del peso sulla bilancia.
Barbara Galli
9 febbraio 2016
aggiornato a gennaio 2019
da Carola Traverso Saibante