Tradizionalissimo eppure sempre attuale, celebrato tra le pareti domestiche, è un rituale che rappresenta un solido presidio della tradizione gastronomica italiana. E ne è diventato l'emblema più significativo
Il pranzo della domenica è sempre vivo nelle abitudini di gran parte degli Italiani. Le famiglie si sono riunite intorno alla tavola da secoli: più generazioni vivevano sotto lo stesso tetto, e il raccogliersi insieme al desco per i pasti era la quotidianità. Il pranzo della domenica come lo intendiamo oggi, la celebrazione della festa che vede chi vive separatamente riunirsi a tavola una volta alla settimana, nasce con l’evoluzione dei costumi e della cultura gastronomica degli Italiani, più precisamente dagli anni Cinquanta. Negli anni che precedettero il boom economico, la carne era un lusso riservato alla festa: la si consumava solitamente la domenica, sotto forma di sontuosi arrosti e brasati preparati per tutta la famiglia, al di là delle differenze nelle gastronomie regionali e locali. Il rito prevedeva anche la cura della tavola di festa, con tovaglie e stoviglie dedicate a questo giorno, come lascelta di un buon vino.
Simboli intramontabili
Piatti ricchi, spesso dalle lunghe preparazioni, che divennero poi l’emblema del pasto domenicale: classici immancabili l’arrosto con contorno di patate al forno, le lasagne, i cannelloni o le tagliatelle al ragù, la crostata di frutta, la torta della nonna o anche “solo” il grande vassoio di paste, comprate dopo la Messa la mattina stessa. In passato e in alcune famiglie, il pasto domenicale ha visto e vede ancora il trionfo della cucina familiare e territoriale, da Nord a Sud. Nella bella stagione, il pranzo della domenica si può spostare in giardino, in terrazza, anche fuori porta, con al posto dei grandi tagli di carne l’arrivo di ali e cosce di pollo arrosto, polpettone a fette, frittate e cotolette per farcire i panini (foto sotto), oltre ai salumi del territorio. L'importante è ritrovarsi.
Attimi di pura e autentica convivialità
Per noi italiani il pranzo della domenica rimane una cosa seria. È un momento di festa e di riposo insieme, che nel XXI secolo vuole recuperare l’antica tradizione del desco familiare. In ordine sparso, considerando le famiglie “allargate” così tanto diffuse, il pranzo della domenica vede genitori e figli, nonni o zii, parenti acquisiti o semplicemente amici ritrovarsi per passare del tempo insieme. Un tempo ‘slow’, come si dice oggi, dove si sa quando si comincia ma non quando ci si alzerà da tavola: il pranzo viene vissuto in modo rilassato, assaporando ogni boccone con gusto. All’apprezzamento del cibo, i commensali – giovani e meno giovani – alternano racconti di episodi personali, commenti di cronaca, programmi per il futuro come anche ricordi passati. È il momento delle grandi notizie, delle risate, del senso di unità della famiglia.
E oggigiorno?
Attualmente, con l’attenzione alla dieta e alla sostenibilità, si cercano ingredienti di qualità, prodotti biologici, locali, stagionali esi servono porzioni… meno abbondanti. I meno tradizionali o i più giovani talvolta lo trasformano nel brunch della domenica (foto sotto) che nulla toglie al rituale di convivialità che è l’anima di questo pasto.
E se spesso – dopo il caffè – ci si lamenta di aver mangiato troppo, ricordiamo che al momento di salutarsi fa sempre piacere portarsi via una porzione extra, per il giorno dopo…
Francesca Tagliabue
giugno 2023