Che IL gelato sia italiano per eccellenza, nessuno nel mondo lo mette in dubbio. Il gelato artigianale di qualità, ovviamente (che è d'obbligo saper riconoscere e che si può preparare anche in casa, usando gli strumenti giusti). Tant'è che si chiama "gelato" persino in inglese, che mentre lo "ice cream" è il gelato qualsiasi (così come il panino gourmet di tendenza resta "panino", icona del Made in Italy, versus un banale "sandwich").
Come accade per (quasi) tutte le invenzioni semplici e geniali, anche quella del cono gelato arriva dagli Stati Uniti. Ma, come accade per (quasi) tutte le invenzioni semplici e geniali, anche quella del cono gelato nasce dal genio italiano. Pur con il nome americanizzato in Italo Marchiony, il signore che il 15 dicembre 1903 brevettò questa fragrante idea era un gelataio bellunese che, da una vallata del Cadore, si era trasferito prima a Philadelphia e poi a New York e di cognome faceva semplicemente Marchioni.
In principio, fu una tazzina di cialda, che replicava la forma dei contenitori utilizzati al tempo. Poi, fu la volta del cono vero e proprio, che a tutt'oggi non ha incontrato rivali. Una trovata davvero geniale che mutò radicalmente le abitudini dei consumatori di gelato.
Fino ad allora, sia in Europa che negli Stati Uniti, bisognava portarsi da casa una coppa, un boccale o un bicchiere e mettersi in coda al chiosco o alla gelateria. Molti, però, preferivano evitare di portarsi oggetti ingombranti durante la passeggiata e allora dovevano usare bicchieri o piatti fondi forniti dal gelataio. In questo caso, stava a loro lavarli e riconsegnarli intatti al legittimo proprietario. Sembra nulla, ma queste operazioni costringevano chiunque volesse gustarsi un gelato a non allontanarsi dal negozio.
Con l'invenzione di Italo Marchioni, i consumatori acquistarono la liberà di andare dove volevano.
Come accade (quasi) sempre per le migliori invenzioni, anche per quella del cono da gelato, si possono trovare varie paternità. Alcune portano nel misterioso oriente. Un'altra, molto più concreta, riconduce a un altro italiano emigrato negli Usa via Manchester e dunque scambiato per inglese: Antonio Valvona, contemporaneo e conoscente di Marchioni.
Indubitabile fu in ogni caso quest'ultimo a depositare il brevetto nel 1903 e a impiantare una fabbrica di coni e cialde a Hoboken, nel New Jersey.
A causa della paternità dell'invenzione, sorse anche una causa legale tra Italo Marchioni e la società fondata da Valvona con il cugino di Italo, Frank Marchiony. I giudici diedero ragione a questi ultimi, ma è Italo che continua a essere considerato l'inventore del cono gelato. Anche questo parrebbe tipicamente italiano...
Alessandro Gnocchi
6 agosto 2014
aggiornato da Carola Traverso Saibante
luglio 2018