Nuove aperture sì, ma di design. Che non significa per forza lusso ma con un occhio al bello, oltre che al buono. Perché spesso non basta solo l'estetica del piatto ma del contesto. Abbiamo fatto un bilancio sulle nuove (o recenti) aperture in tutta Italia e abbiamo trovato quelle più pop, curiose, sbalorditive, anche per gli occhi. Da Milano a Roma, ecco tutti i consigli per chi ama il design.
La piazza più effervescente d'Italia (e dove il Salone del Mobile è un must da vedere una volta nella vita), sale sul podio tra le aperture di design.
Gloria torna a casa. Ovvero, Big Mama, il gruppo di 24 locali, dislocati in cinque paesi, e all'incirca 2.200 dipendenti, di cui oltre il 90% sono italiani finalmente apre nella "madre patria". La proprietà sono due francesi innamorati del cibo italiano, che hanno saputo esportare in tutto il mondo, accompagnato da uno stile di locali molto glamour. E oggi aprono Gloria in zona Lanza (via Tivoli 3), con lo stesso stile eccentrico e curato, ma con una piccola selezione, in carta, anche di piatti francesi. Ma anche tanti piccoli produttori italiani a filiera cortissima. Un bel connubio. Da non perdere il filetto alla Rossini con tartufo o la tarte tatin di pomorini come antipasto.
Vesta Fiori Chiari ha pavimenti in marmo, illuminazione soffusa e dettagli curatissimi per questo elegante ristorante di pesce. Lo chef Giorgio Bresciani, ex sous chef dello stellato Iyo, l'unico ristorante asiatico con il macaron rosso, fa sognare con proposte di pesce ma dal taglio orientale. Il nome è un omaggio all’antico tempio delle vestali ospitato in quella che è successivamente diventata la chiesa di San Carpoforo (ora sede dell’Accademia di Belle Arti di Brera), su cui affaccia il dehors (a dir poco scenografico). Una location spettacolare, che, anche solo per sede e posizione, con la moda e il design ha a che fare ogni giorno. Il progetto è stato curato dall’architetto Stefano Belingardi Clusoni.
I design degli interni di Autem riflettono la filosofia dello chef Luca Natalini, cucina a vista, tanti cassettini a scomparsa dove gli ospiti possono trovare gli ingredienti freschi della giornata, delicate pareti verde salvia, opere della BI-BOx Art Space di Biella, mensole colme di libri di cucina e colorati piattini Ginori. In viale Monte Nero 12. Da provare lo spaghetto in bianco, che ha fatto tanto parlare di Luca Natalini o la battuta di cavallo con ostrica e fondo di cavallo.
Una scenografia ultra contemporeanea e minimalista quella del nuovo locale Innocenti Evasioni dello chef Arrigoni, che ha riaperto vicino al Politecnico, in zona Bovisa. E che ricorda il giardino zen che si trovava nel precedente ristorante al Portello. Tra un intreccio di legno, vetro, metalli, ceramiche, lacche che si rincorrono con eleganza tra gli elementi d’arredo si scorgono opere d’arte contemporanea firmate da Fabio Pietrantonio, grande amico di chef Arrigoni nonché suo storico consulente artistico. Non perdete la delicatezza del merluzzo carbonaro aromatizzato da porri brasati o il risotto mantecato con fontina DOP d'alpeggio, spezie e polvere di funghi.
All'interno dell’Ex Seminario Arcivescovile a due passi da San Babila, tra Corso Venezia e Via Sant’Andrea, nel quadrilatero della moda, e nuovo progetto di Portrait Milano, il primo cinque stelle del gruppo Lungarno Collection a Milano, Beef Bar è presente con oltre 20 ristoranti in tutto il mondo, da Parigi, Londra, Montecarlo e Dubai. A firmare l’interior design il prestigioso studio di architettura Humbert & Poyet di Montecarlo sul modello di stile milanese degli anni ’40 e ’60. Questo luogo è perfetto se siete dei veri amanti della carne, che si trova anche con importanti frollature.
All'interno del Grand Hotel Et de Milan, nel quadrilatero della moda, il nuovo ristorante dello chef Gennarino Esposito è diventato uno spazio eclettico, giocato sui contrasti che polarizzano l’Oriente e l’Occidente, anche nel gusto degli arredi e nella composizione degli ambienti, grazie all'approccio dello studio milanese Dimorestudio che già nel 2019 avevo messo mano al Grand Hotel et de Milan. Un'eleganza tutta bohémienne che ricorda un atelier della moda. Una fusione tra la cucina milanese e la napoletana, imperdibile la pasta spezzata con frutti di mare, tipica della Costiera Amalfitana.
Questo nuovo progetto dell’interior designer Alessandro Cesario insieme a Christian Brigliadoro è negli spazi dell'ex Plastic uno dei club più famosi d’Italia. Ristorante e cocktail bar sulla falsa riga di The Doping Bar, che hanno curato gli stessi designer. I toni giocano sul beige e sul marrone scuro, in nuance, tra divani, lampade in tessuto e stampe inglesi. Abbinate un cocktail ai piatti della cucina come il chorizo grigliato o la pizza, semplici e internazionali.
Da qualche anno Roma è un bel competitor di Milano in termini di nuove aperture e novità.
Più che pizzeria un salotto dove si può gustare la pizza. Ecco la nuova apertura di Enzo Coccia che insieme alla famiglia De Angelis, proprietaria di hotel in Italia e all’estero, vuole portare la pizza a uno livello superiore. L'ambiente è curatissimo, e si sviluppa attorno alla boiserie in legno, realizzata dagli stabilimenti Ducrot nel 1908 su progetto di Ernesto Basile, il cui committente fu la famiglia Florio di Palermo. La libreria/vineria è disegnata riprendendo antichi bozzetti dell’artista e dettagli di una coppia di poltrone del museo d’Orsay a Parigi. La progettazione è stata affidata all’architetto Roberto Antobenedetto dello studio Rpm Proget. La proposta da non perdere? La "ruvida", più schiacciata che pizza, con patè di olive nere di Caiazzo, carciofi alla cafona e pancetta di maiale arrotolata.
Linee fluide, tavoli in rovere e linee snelle, uno studio di Hangar Design Group di Alberto Bovo e Sandro Manente che hanno tradotto le idee di Roy: “volevo un posto rilassato, dove stare bene, e in cui creare un percorso itinerante”, sulla falsariga di alcuni grandi locali all'estero, racconta lo chef. Ed ecco il grande ritorno dello chef Roy Caceres dopo Metamorfosi. Un connubio di sud America e oriente che si trova in piatti come la fregola, a cui viene abbinata la mole di salsa verde e spezie.
Qui è il design a farla da padrone come dice la creative director italo-britannica e proprietaria Sabrina Corbo. Cucina di impronta contemporanea con trionfi di carta da parati, a cui si accostato 500 rose in porcellana di Capodimonte. Si viene qui per colori, musica e fantasia. E ovviamente per la pizza (con il riconoscimento massimo, 3 spicchi Gambero Rosso), ma anche per la notevole pasta alla carbonara.
Camilla Rocca
gennaio 2024