Rossi e croccanti, a rondelle, frullati o grattugiati danno colore ai piatti e regalano un gradevole gusto piccantino a tutte le pietanze, foglie incluse. Ecco come conoscerli e sceglierli
Condividi
Appartiene alla grande famiglia delle Brassicacee, la stessa di rapa, rucola, senape e rafano, tutti caratterizzati dal sapore piccante. Del ravanello (Raphanus sativus) si consuma la radice che, a seconda delle varietà, può essere di diversi colori (dal rosso più o meno intenso al bianco) e forme: tonda, la più comune, o allungata, come il ravanello Tabasso, rosso con la punta bianca, classificato come Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Piemonte. Anche il daikon è una varietà di ravanello originaria del Giappone, soprattutto invernale, che può raggiungere grosse dimensioni e ha un sapore più delicato. In Italia i ravanelli vengono coltivati sia in pieno campo (circa 900 ettari), sia in serra (500 ettari) e vengono anche esportati, in particolare nel Nord Europa. Vengono commercializzati a pianta intera a mazzetti, o puliti e in sacchetti e spesso sono inseriti nelle insalate miste di IV gamma (cioè in confezioni pronte al consumo).
La polpa croccante e il gusto deciso ne fanno uno dei protagonisti del pinzimonio: si mangia crudo e intero, tuffato nel mix di olioextravergine, sale e pepe. Oppure tagliato a fettine per dare grinta, con il suo sapore piccantino, alle insalate miste. A volte insaporisce anche zuppe e pietanze di carne e pesce.
Il ravanello è un ortaggio da radice, come la "Cugina" rapa, e può essere rosso o bianco, di forma sferica (come quello laziale) o allungata (piemontese). Scegliete quelli più piccoli, meno fibrosi. I ravanelli si trovano anche in altri periodi perché sono coltivati in serra, ma quelli primaverili sono da preferire perché coltivati in pieno campo e di produzione nazionale (Emilia Romagna, Lombardia e Campania). In commercio sono venduti a mazzetti, con le foglie: controllate che non siano appassite. Si conservano in frigo fino a 7 giorni.