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Gluten Free: salute, eventi, diete e business

News ed EventiNewsGluten Free: salute, eventi, diete e business

Il glutine è una delle sostanze più presenti nella nostra alimentazione e per i celiaci è un vero veleno. Ma è giusto eliminarlo completamente dalla dieta anche per chi celiaco non è? Abbiamo chiesto lumi ai principali studiosi in materia e ci hanno spiegato che…

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Le iniziative su celiachia e glutine si sussegueno senza sosta a conferma che la malattia, scoperta alla fine degli Anni 80, coinvolge sempre più persone. Si stima che nel 2050 la Terra sarà abitata da 9 miliardi di persone dei quali ben 90.000.000, l’1% della popolazione, dovranno nutrirsi senza glutine.

La Settimana Nazionale della Celiachia (clicca qui), iniziativa di informazione patrocinata dall’AIC - Associazione Italiana Celiachia Onlus (clicca qui), ha messo in evidenza i temi principali legati a questa malattia, la più frequente intolleranza alimentare a livello globale riconosciuta come “malattia sociale” dal 2005.

Appuntamento ludico, invece, quello del prossimo weekend, dal 29 maggio al 2 giugno, a Perugia. La quarta edizione del Gluten Free Festival (clicca qui) ha scelto come claim “L’evento che non porta spiga” (i prodotti alimentari per celiaci portano stampata sulla confezione la spiga barrata). Oltre a degustazioni, lezioni di cucina, seminari e laboratori si terrà il 12° Campionato di Calcio Nazionale AIC e la prima edizione delle Olimpiadi senza Glutine.

Di celiachia si parla sempre più spesso e, va da sé, è in continua crescita il consumo di prodotti gluten free mediamente più costosi rispetto a quelli tradizionali. Tanto che anche l’Istat ha inserito da gennaio 2015 pasta e biscotti senza glutine nel paniere 2015. Il settore ha registrato nel 2014 una crescita dei consumi nella grande distribuzione del 32%.

Insomma, l’argomento gode di un’attenzione eccessiva anche da parte di chi celiaco non è e si sta trasformando in un business sempre più fiorente, tanto da assistere al moltiplicarsi di aziende che investono in questo settore.
La conferma si avrà alla prossima Gluten Free Expo, unica fiera al mondo dedicata ai prodotti senza glutine, che si terrà a Rimini al 14 al 17 novembre (clicca qui). Già la scorsa edizione ha registrato una crescita degli espositori del 52%.

Il gluten free, quindi, fa tendenza e molte persone credono che il segreto per dimagrire sia quello di eliminare i carboidrati. Così il glutine è diventato il capro espiatorio perfetto. Ma è vero che questo nutriente è così dannoso alla salute? Abbiamo chiesto chiarimenti al Dottor Luca Speciani, medico e alimentarista, dottore in scienze agrarie.

Molti credono che gli alimenti gluten free facciano dimagrire, aiutino a sentirsi più in forma e a ridurre il gonfiore addominale. Cosa ne pensa?
Il problema del glutine, e della gluten sensitivity, non è legato alle caratteristiche del glutine (una ordinaria proteina "collante" degli amidi dei chicchi di frumento, orzo e segale), ma al fatto che per un secolo ne abbiamo fatto un utilizzo smodato sulla nostra tavola. Oggi un ragazzo consuma glutine a colazione (biscotti), a scuola (focaccia), a pranzo (pasta), a merenda (panino), a cena (pane/grissini/crostini/pizza). Nei due milioni di anni pre-agricoli della nostra evoluzione abbiamo consumato cereali sempre diversi tra loro, in piccole quantità e per brevi periodi, come arricchimento energetico della nostra alimentazione base legata alla caccia e alla raccolta di vegetali. Il nostro corpo non si è adattato né a un consumo massivo di cereali, né tantomeno a un consumo massivo sempre dello stesso cereale, per giunta raffinato. Se oggi ruotiamo con intelligenza i cereali con glutine nella settimana, riportandone il consumo su livelli accettabili, la sensibilità al glutine (ben diversa dalla celiachia) rientrerà rapidamente.

È vero che i prodotti da forno senza glutine, come biscotti e merendine, hanno spesso maggiori quantità di grassi e zuccheri?
I prodotti "senza glutine" dovrebbero anche essere prodotti sani. Spesso invece non lo sono. Al celiaco vengono proposte imitazioni degli ordinari cibi spazzatura (biscotti, tortine, merendine), semplicemente sostituendo al frumento farine raffinate di riso o di mais. Alcuni prodotti alimentari gluten free hanno, purtroppo, le stesse quantità di zuccheri aggiunti, di grassi idrogenati, di oli alterati, delle merendine ordinarie al frumento che si trovano ovunque. Il celiaco, invece, ha a sua disposizione ottime alternative. Come sostituire i prodotti industriali da forno con frutta, verdura, legumi, semi oleosi, noci, mandorle, patate, soja, riso integrale, mais integrale, quinoa, miglio ecc.

Per fare invece il punto sulla celiachia ci è venuta in aiuto Caterina Pilo, Direttore Generale Associazione Italiana Celiachia.

È vero che la celiachia è in aumento?
È più corretto dire che sono le diagnosi ad essere in aumento. Infatti, la stima della prevalenza è, secondo numerosi studi epidemiologici, ormai assestata sull’1% della popolazione globale. Si calcola, però, che circa 5 celiaci su 6 rimangano non riconosciuti. I dati più recenti relativi al numero di celiaci diagnosticati in Italia sono quelli forniti dalla Relazione al Parlamento del Ministero della Salute edizione 2013: al 31/12 2013 il numero dei pazienti effettivamente diagnosticati è 164.492. Facendo una stima ragionevole, diremo che oggi i celiaci diagnosticati possono essere 180mila, solo il 25% circa delle diagnosi che dovremmo avere in Italia, stante al dato dell'1% della popolazione. Tuttavia oggi a essere in crescita è proprio il numero delle diagnosi (circa + 10% dal 2012 al 2013, + 9% dal 2011 al 2012), fenomeno attribuibile a una maggior consapevolezza e conoscenza della patologia da parte della classe medica e alla disponibilità di test diagnostici sempre più sensibili e specifici e, nel contempo, meno invasivi.

Si nasce celiaci o si può diventare a qualsiasi età?
Un tempo ritenuta una patologia esclusivamente pediatrica, oggi sappiamo che la celiachia può presentarsi a qualsiasi età, ma spesso per gli adulti non viene presa subito in considerazione. La celiachia infatti ha già da tempo cambiato faccia e non è più identificabile in quella sindrome da malassorbimento che portava i pazienti a quadri di severa compromissione dello stato di nutrizione e delle condizioni generali. Da malattia rara e limitata alla prima infanzia si è trasformata in pochi anni in una condizione di frequente riscontro, con possibile insorgenza in ogni età della vita, inclusa quella geriatrica, a volte diagnosticata in soggetti con sintomi appena sfumati o del tutto asintomatici sul piano clinico. Oggi sappiamo che non si nasce ‘celiaci”, ma si nasce con la predisposizione genetica alla celiachia, condizione che potrà svilupparsi in qualsiasi età della vita per l’intervento di co-fattori ambientali in grado di scatenarne l’insorgenza (stress, infezioni, gravidanza ed altri fattori ancora non noti).

Il glutine fa male a tutti?
Il glutine è di certo tossico per i celiaci e, come noto, va eliminato dalla loro dieta rigorosamente e per tutta la vita. Sebbene il glutine sia frammentato solo in parte dall’organismo, generalmente esso è innocuo nella popolazione generale. Per la cosiddetta sensibilità al glutine (ancora in fase di studio e i cui meccanismi non sono noti né i reali agenti eziologici), si sospetta che possano essere altri i fattori oltre il glutine a innescare l’infiammazione. Il glutine non deve essere demonizzato come un nemico della salute in generale. Adottare autonomamente la dieta senza glutine potrebbe rendere impossibile la diagnosi corretta di celiachia, qualora il paziente non sapesse ancora di esserne affetto, esponendosi così, in futuro, alle complicanze, anche gravi. È importante ricordare che l’idea che il glutine faccia, di per sé, male e che, di conseguenza, la dieta senza glutine sia una dieta “sana”, più “leggera”, addirittura dimagrante, indicata per la generalità della popolazione, non ha alcuna base scientifica: il glutine, inteso come parte proteica delle farine di grano, può giustamente rientrare in una dieta equilibrata di una persona sana, dove i cereali (frumento, riso, mais, cereali minori), fonte principale di carboidrati, ma anche di quantitativi non insignificanti di proteine, devono essere variati per garantire il miglior apporto di nutrienti.

Cosa deve fare chi presenta una lieve sensibilità al glutine? Esistono test diagnostici per scoprirlo?
La sensibilità al glutine è una possibile reazione i cui meccanismi non sono ancora noti. Generalmente il paziente riferisce una serie di sintomi paragonabili a quelli della sindrome del colon irritabile: mal di stomaco, mal di testa, sensazione di affaticamento, depressione. La sensibilità al glutine non celiaca non provoca danni alla mucosa intestinale (come nella celiachia), e non sono disponibili marcatori per identificare questa condizione. Il problema più rilevante oggi è come arrivare a una diagnosi. Il fatto che non esista un marcatore specifico rende impossibile giungere a una diagnosi certa. Per il momento la si identifica dopo aver escluso altre patologie. La prova da fare per capire se si soffre di questa condizione è quella della esclusione e reintroduzione del glutine da farsi sotto controllo del medico e secondo la metodologia del doppio cieco (sia il medico che il paziente non sanno se il soggetto sta in quel periodo assumendo il glutine o il placebo): se i sintomi scompaiono quando dalla dieta viene eliminato il glutine e ricompaiono quando si reintroduce il glutine, allora è molto probabile che il colpevole sia il glutine. A differenza della celiachia quindi, la sensibilità al glutine non segue un percorso prefissato: i sintomi possono essere più pronunciati o scomparire nel tempo.

È vero che esiste la celiachia della pelle? C’è una correlazione tra psoriasi, celiachia e gluten sensitivity?
La Dermatite Erpetiforme è una patologia scatenata in soggetti geneticamente predisposti dall’assunzione dietetica di glutine e caratterizzata da lesioni cutanee specifiche e distintive, che regrediscono dopo l’eliminazione del glutine dalla dieta. È considerata una variante della malattia celiaca, anche se molto raramente la Dermatite Erpetiforme si presenta con le caratteristiche lesioni della mucosa duodenale della celiachia. Altre patologie che paiono correlate alla celiachia sono il diabete di tipo 1, le tiroiditi autoimmuni, il defi cit di IgA, la sindrome di Down e di Turner, le patologie epatiche autoimmuni, l’alopecia aerata, la psoriasi e la vitiligine, la malattia di Sjogren.

Non esiste oggi una cura in grado di debellare la celiachia. In futuro ci saranno terapie alternative alla dieta capaci di offrire una guarigione definitiva?
Diverse sono le prospettive terapeutiche alternative alla dieta oggi oggetto di studio, dall’utilizzo di enzimi in grado di degradare i frammenti di glutine, al ricorso a un farmaco che potrebbe ridurre il danno del glutine sulla mucosa intestinale, fino al vaccino terapeutico per la celiachia. Si tratta di studi in fase iniziale che necessitano ancora di molti anni per giungere a risultati definitivi (in positivo o in negativo). La strada per le terapie alternative alla dieta è ancora tutta da percorrere.

Monica Pilotto
28 maggio 2015

Video realizzato da Studio Morsi per Associazione Italiana Celiachia

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