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Foreste cruciali per l'alimentazione nel mondo

News ed EventiNewsForeste cruciali per l'alimentazione nel mondo

Un nuovo studio mostra il grande potenziale di alberi e foreste nell'integrare l'agricoltura convenzionale per nutrire le persone, soprattutto quelle che soffrono la fame.

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Proteggere gli alberi e nutrire la gente nel mondo? Sono due cose che vanno a braccetto. Il rapporto tra foreste, cibo e nutrizione - sempre sottovalutato - è oggetto del rapporto compilato da oltre 60 scienziati ed esperti mondiali compilato per conto dell'Unione Internazionale degli Studi Forestali (Iufro).

Una persona su nove al mondo soffre la fame; una persona su sei al mondo dipende direttamente dalle foreste per cibo e reddito. Le foreste non solo però cruciali sono per chi da esse dipende direttamente, ma anche per tutti gli altri, e in particolare gli affamati: dalle foreste vengono le piante alla base della nostra alimentazione; foreste e sistemi agro-forestali avranno un ruolo sempre più importante nell'alimentazione umana.

Siamo abituati a sentir parlare di foreste e agricoltura come due questioni contrapposte: da una parte i polmoni verdi della terra e il loro ruolo cruciale nel combattere il cambiamento climatico e nel proteggere la biodiversità; dall'altra le esigenze dell'agricoltura industriale e di una pressione umana sempre più forte. Coltivazioni di palma da olio, soia, piuttosto che cacao o allevamento di bestiame: sono tra le principali cause della deforestazione che, secondo un recente rapporto del WWF (clicca qui), nel giro di vent'anni farà sparire dalla Terra un'area di foreste grande quanto Francia, Germania, Spagna e Portogallo messi insieme.

In realtà, protezione delle foreste,e miglioramento della produzione agricola e della sicurezza alimentare nel mondo non sono affatto in contrapposizione, anzi. Il rapporto dell'Iufro (clicca qui), appena presentato al Forum delle Nazioni Unite sulle foreste (clicca qui), sottolinea come gli alberi possano aiutare l'agricoltura sostenibile: stiamo parlando sia le foreste naturali, sia i sistemi agro-forestali, dove si integrano ecologicamente alberi, colture e allevamento.

Innanzitutto, i prodotti della foresta, che crescono in ecosistemi sani, hanno altissimo valore nutrizionale, particolarmente prezioso nei tropici: semi, noci e frutti, ma anche piante e insetti commestibili, funghi e selvaggina.

La gestione di foreste e boschi a scopo alimentare rafforza anche il controllo delle comunità locali sulle loro risorse, e le rende meno dipendenti dalle colture su vasta scala, particolarmente soggette non solo alle oscillazioni del mercato, ma anche a quelle del meteo: l'agricoltura forestale resiste meglio a eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico. In certe aree i prodotti degli alberi e della foresta sono cruciali all'economia: si pensi per esempio alle noci di Karité nell'Africa sub-sahariana.

L'integrazione tra colture e alberi nei sistemi agro-forestali favorisce le specie impollinatrici – in particolare insetti e uccelli – ed è fonte preziosa di materiale organico da usare come fertilizzante.

Le foreste sono anche fonte importantissima di combustibile che permette di consumare le calorie contenute nelle colture tradizionali, come il grano: circa 2.4 miliardi di persone cucinano (e si scaldano) grazie a legna e carbone.

Il rapporto non vuole suggerire che bisognerebbe iniziare a fare più affidamento sulle foreste che sull'agricoltura convenzionale, sottolineano gli scienziati, ma vuole mettere in luce la complementarietà dei ruoli e l'opportunità di puntare su approcci integrati e agro-forestazione. Alberi e foreste hanno davvero un “grandioso potenziale” nell'aiutare quel miliardo abbondante di persone che soffrono la fame nel mondo, e tutti coloro – il doppio – che a tratti vivono nell'insicurezza alimentare.

Carola Traverso Saibante
8 maggio 2015

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