La notizia della morte di Davide Oltolini, il popolare critico enogastronomico, è di quelle che non ci si aspetterebbe mai. Come può morire a 48 anni, in una settimana di vacanza, un uomo che si è abituati a vedere ovunque, in televisione, sui giornali, su Facebook, su Twitter, su Instagram? Eppure Davide se ne è andato alla vigilia del suo compleanno, per un infarto, mentre giocava a tennis sui campi di Brallo di Pergola, vicino alla sua Pavia. Nonostante l’intervento del 118, il trasporto in ospedale con l’elisoccorso e i tentativi di rianimazione.
Ora tutti lo ricordano secondo i modi e i tempi che lui stesso aveva ideato per costruire il proprio personaggio: un flusso continuo di messaggi che corre lungo la rete e non intende fermarsi. Un fiume di messaggi che colpiscono perché hanno ben poco di virtuale e ricordano un uomo che usava tutte le invenzioni della tecnologia, ma riusciva a essere vero e concreto. Forse perché, più che lavorare, ci giocava con quegli aggeggi attraverso cui diceva a tutti ciò che faceva giorno per giorno, quello che scriveva sui giornali, le sue apparizioni in televisione, i suoi incontri con i personaggi famosi, gli eventi a cui era presente, i riconoscimenti che gli venivano tributati.
A “Sale&Pepe” abbiamo imparato ad apprezzare proprio la sua concretezza, la sua capacita di adattarsi ai nostri tempi e alle nostre esigenze: il mestiere, insomma, che per essere fatto come si deve richiede una bella dose di umiltà. Lo si poteva chiamare a qualsiasi ora di qualsiasi giorno per chiedergli una notizia, una consulenza o un pezzo, e lui, se non poteva rispondere subito, telefonava appena libero scusandosi perché, naturalmente, era impegnato in qualche cosa di importante e che, soprattutto, gli piaceva e lo divertiva.
Non sempre la notorietà si accompagna alla passione per il proprio mestiere, che a volte viene dimenticato a favore delle pubbliche relazioni. Eppure la notorietà, Oltolini l’aveva raggiunta. Era in televisione con la rubrica “Sapere i Sapori” all’interno di “Mattina in famiglia” su Raiuno. Oltre che con “Sale&Pepe”, collaborava con il “Corriere della Sera”, “Capital”, “Panorama” e parecchie altre riviste.
Nel dicembre del 2015, i direttori delle maggiori testate della carta stampata e della televiosione gli avevano assegnato il premio “Italian Talent Award” per il giornalismo enogastronomico. Il 15 giugno scorso, la quinta edizione del “Premio giornalistico Assolatte” gli aveva assegnato la “Menzione speciale per la categoria Formaggi” per l’articolo “Formaggi freschi” pubblicato su “Sale&Pepe”.
Tutto questo, però, pur riconoscendo il valore del professionista e la notorietà del personaggio, era soltanto una sorta di divisa che Davide si infilava ogni giorno per far meglio il suo mestiere. La settimana scorsa parlavamo già di cosa avrebbe dovuto fare per la nostra rivista, di come sarebbe stato meglio impostare e scrivere un nuovo pezzo. Era bello sentirsi al telefono per parlare del nostro lavoro. Ci mancherà.
Alessandro Gnocchi
2 agosto 2016