Non sappiamo se Peppa Pig ne andrebbe fiera. Fatto sta che proprio per i suoi simili questo sembra essere un anno speciale. Tanto da conquistare la prima pagina del New York Times Magazine.
Sì, è vero, il maiale Wilbur, 78 chili di stazza, c’è finito a fettine immortalato dalla famosa fotografa Holly Andres, ma solo a fin di bene.
Il suo sacrificio ha avuto come scopo quello di spiegare a tutti noi, comuni consumatori, da dove vengono quelle puntine, costate e costolette che acquistiamo già confezionate al supermercato.
L’obiettivo? Combattere gli allevamenti intensivi, imparare a rispettare di più l’animale allevandolo nel modo giusto, con sistemi organici.
Anche al di qua dell’Atlantico, in Gran Bretagna, il maiale tiene banco. Protagonista del documentario “Pig Business” di Tracy Worcester, su di lui autorevoli scrittori si sono spesi in fiumi di parole.
Uno su tutti il libro “From nose to tail” – si sa che del maiale non si butta via niente - dello chef londinese Fergus Henderson, patron del ristorante St Johns, specializzato proprio in piatti a base di maiale.
Appassionata dell’argomento un’altra inglese: la chef April Bloomfield, con ristorante stellato a New York, “The Spotted Pig”, e autrice del libro di cucina “A Girl and Her Pig”. Pare che la sua pie di maiale al curry rosso sia impedibile (fonte: Corriere della Sera del 28/3/2014).
Ma quest’anno, si spera, il maiale porterà fortuna anche a noi italiani. E’ infatti notizia di oggi (fonte: Il Sole 24 Ore del 28/3/2014) che la Cina potrà importare salumi cotti prodotti nel nostro Paese. Per adesso saranno interessate soltanto cinque aziende che, a loro volta, potranno servirsi da cinque macelli certificati.
Non è che l’inizio. Prosciutto cotto, mortadella, cotechini sono finalmente liberi di varcare la grande muraglia. Li seguiranno anche salumi, coppe e pancette? (Fonti: Corriere della Sera – Il Sole 24 Ore)
di Monica Pilotto
28 marzo 2014
Photo credit: © DLILLC/Corbis