Si fanno chiamare "Donne di pizza, donne di cuore", sono 7 e svolgono un lavoro considerato maschile: le pizzaiole. Lo fanno in varie parti d'Italia, con tecniche e ingredienti diversi, ma incontrandole non puoi fare a meno di notare quanto si somiglino. Passione e determinazione che le animano sono le stesse ed è uguale il loro coraggio. Non è un caso che queste pioniere della pizza femminile siano approdate al mestiere riblatando le proprie esistenze e abbandonando consilidate sicurezze.
Chi sono?
Come Eleonora che ha studiato design e lavorato per anni nella moda prima di mettere le mani nella farina e scoprire il senso di realizzazione che solo impastare le trasmetteva.
O Paola, l'unica partenopea del gruppo: laureata in marketing si occupava di eventi prima di sentire il richiamo del forno. Persino i suoi familiar, pizzaioli da generazioni, furono un po' sciettici per la sua scelta ed era comprensibile visto che in tutta Napoli le pizzaiole si contano sulle dita di una mano.
Minuta ma energica, Enrica ha lasciato lo studio della tromba appena due giorni dopo la fine del conservatorio per prendere in gestione una pizzeria d'asporto: "in paese dicevano che sarei durata poco", ricorda, "e invece sono già trascorsi 20 anni".
Le donne della pizza stanno bene insieme.
Come si sono conosciute?
Si sono incontrate ai corsi dell'Università della pizza Molino Quaglia e, grazie al consiglio della giornalista e conduttrice tv Francesca Barberini, non hanno più smesso di fare gruppo, supportarsi e cercare momenti di condivisione: "organizziamo iniziative benefiche a sostegno delle donne". Perché fisicamente è duro impastare chili di farina, maneggiare sacchi, informare, essere impegnate quasi 24 ore al giorno, ma il problema maggiore è ottenere fiducia per i propri sogni. Sarà che Claudia ha cominciato come operaia in un maglificio a 15 anni e, siccome i soldi non bastavano, ha poi accettato un secondo lavoro in una pizzeria, ma la fatica non la spaventa e infatti oggi gestisce un locale tutto suo, mentre Petra, spirito montanaro e controcorrente, in cucina fin dagli anni dell'istituto alberghierodi locali ne ha fondati addirittura due.
Le loro pizze sono gourmet, ottenute con farine di alta qualità, elevata idratazione, lunghe lievitazioni, proprio come quelle di Giovanna e Marina, che hanno una delle storie più belle. Avevano 41 anni quando sono tornate a scuola per concedersi una nuova possibilità: lavoravano di giorno e studiavano di notte finché, alla festa per il diploma si sono guardate e riconosicute: nei loro occhi c'era la stessa voglia di provarci sul serio. Sei mesi dopo la loro pizzeria è nata.
a cura di Daniela Falsitta
foto di Michele Tabozzi
Conosciamole meglio:
Eleonora Massaretti è proprietaria della pizzeria ristorante Basilico Rosso di Castelmassa (Rovigo). "Tutto quello che può stare in un piatto raffinato, diventa anche farcitura delle mie pizze", dice. Lo sterminato menu prevede 5 tipi di impasto e cottura: napoletana, in padellino, rotonda, fritta, alla pala e supersoft.
Claudia Tosello è titolare della pizzeria Arcobaleno, a Pettorazza Grimani (Rovigo). !Quando ho comunicato non conoscevo nulla degli impasti, ma mi facevo molto domande". Oggi, grazie ai corsi, alla sperimentazione e alla passione per la pasta madre (che ha chiamato come il figlio), nel suo locale sforna pizze di alta qualità, ma anche penttoni e colombe. E gli ortaggi delle farce vengono da un orto che coltiva personalmente.
Enrica Causa ha fondato Rustica, a Galzignano Terme (Padova) una pizzeria da asporto che sorprende con impasti particolari come l'integrale con il lievito madre e quello di grano duro Saragolla, facilmente digeribile anche per chi è intollerante al grano tenero. Oggi è affiancata dal marito e la sua impresa dà lavoro a 5 persone oltre a promuovere alcune eccellenze del territorio: dall'olio dei Colli Euganei al miele.
Paola Cappuccio, capo incontrastato di Pizza Verace, a Portici (Napoli), è portavoce della "napoletana" in forno a legna e della montanara fritta. Con 400 pizze servite in una sola sera, non ammette intromissioni nella gestione degli impasti che ottiene da farine semintegrali e integrali molto idratate. Fare pizza per lei è anche comunicare la qualità dei prodotti e incentivare l'economia locale.
Petra Antolini ha aperto la pizzeria Settimo Cielo di Settimo di Pescantina (Verona) da sola e il take away Casa Petra con il compagno. I menu si distinguono per gli impasti di farina macinata a pietra semintegrale lievitati con pasta madre e per le farciturache esplorano i prodotti del suo territorio, la Lessina: prosciutti cotti e crudi, formaggio Monte Veronese, ricotta di pecore Brogna o l'originale Vinappeso utilizzato per questa ricetta.
Giovanna Baratella e Marina Orlandi sono comproprietarie della pizzeria Slurp, nel cuore di Ferrara ("il castello e la cattedrale sono a 30 metri"). Tra le specialità la pizza al tegamino, tipica della città, e gli impasti senza lieviti aggiunti, che richiedono fino a 60 ore di fermentazione, con farina di kamut e farro. Da ex pasticcera, Marina eccelle anche nei dolci.