Potrete mangiare di tutto e liberarvi finalmente dall’ossessione delle calorie: è la promessa della Dieta GIFT, che forse saprà distanziarsi dalle false promesse di tante altre diete perché sulla carta inizia proprio dal superamento del concetto di calorie.
Il dimagrimento in caso di sovrappeso, il ripristino della condizione metabolica ottimale in caso di alterazioni indotte dalla cattiva alimentazione o dello stile di vita e il recupero dell'equilibrio psicofisico: questi sono i tre obiettivi, ambiziosi e decisamente a tutto tondo, che si prefigge questa dieta innovativa che forse chiamare dieta è una diminutio, o quantomeno potrebbe risultare fuorviante.
La dieta GIFT (proprio come regalo, sì, e non è un caso) è più che altro un approccio alimentare innovativo detto "di segnale", fondato dal medico e alimentarista Luca Speciani. In realtà la parola GIFT sta per Gradualità, Individualità, Flessibilità e Tono e dietro questo acronimo c’è una filosofia di vita. L’alimentazione di segnale consiste infatti in un programma dimagrante che tiene conto dei messaggi lanciati da alcuni nostri ormoni prodotti dal tessuto adiposo, le adipochine. Queste ultime sono molecole segnale che influenzano l’ipotalamo, centrale nevralgica che controlla l’appetito. E’ questa ghiandola situata alla base del cervello infatti a decidere se noi dobbiamo accumulare calorie o disperderne e tra questi messaggeri un ruolo cruciale lo detiene la leptina (dal greco “snello”).
Il volume "Guida pratica alla DietaGIFT e all'alimentazione di segnale", di Luca Speciani (con il sipatico sottotiolo "Non esistono scoiattoli obesi"), è una Bibbia completa ed esauriente per chi voglia entrare in questo nuovo ordine di idee. Ma due o tre cose si possono già dire. Il regime dietetico GIFT per prima cosa è basato sui segnali ipotalamici di ingrassamento e dimagrimento e in realtà è molto più lungimirante di una normale dieta, mira a ripristinare il metabolismo e soprattutto guarda lontano, unendo movimento fisico, alimentazione, integrazione mente-corpo.
Bene, ma in sostanza cosa bisogna fare? La prima regola di questo approccio, come si è già detto, è quella di liberarsi definitivamente dall’ossessione per le calorie. Già perché non tutte le calorie fanno ingrassare e comunque non tutte fanno ingrassare allo stesso modo. Mangiare bene, sano, equilibrato, con un’attenzione sempre vigile nei confronti dell’orologio, perché mangiare a colazione (e questo lo si sa da tempo) non è la stessa cosa di mangiare a cena. Lo dice la cronobiologia, che ci insegna che nelle prime ore della giornata è più elevata la produzione di sostanze deputate al dispendio energetico. Ma ce lo dice anche il buon senso, che ci suggerisce che saltare i pasti può essere una strategia che a breve dà risultati, ma poi ci si ritorce contro, perché per attivare il metabolismo è necessario fornire all’organismo un adeguato apporto energetico (a parte il fatto che saltare i pasti è un ottimo modo per assicurarsi, prima o poi, un attacco bulimico potente, capace di annullare tanti sacrifici).
Detto questo gli alimenti vanno distribuiti con saggezza nell’arco della giornata, con un occhio benevolo verso la frutta e la verdura, da consumare come in qualsiasi regime alimentare che si rispetti generosamente, ma possibilmente prima dei pasti, e poi un’attenzione costante al modo in cui i cibi vengono combinati proprio al fine di ripristinare il metabolismo ideale. E poi no al junk food (of course), sì al movimento e sì a quantità equivalenti di carboidrati complessi, proteine e fibre vegetali per evitare picchi di insulina che fanno ingrassare.
Last but not least una regola fondamentale di questo approccio è la gradualità e dunque la lentezza, il mettere tempo tra se stessi e il cibo e le proprie pulsioni. Non avere fretta di ingerire e masticare lentamente e non avere fretta nemmeno di vedere i risultati. La dieta GIFT non è fatta per chi deve sottoporsi alla prova costume e ha i giorni contati per vedersi più snello/a. E’ fatta invece per chi desidera raggiungere un equilibrio psico-fisico e a tutto tondo, per chi è disposto anche a vedersi un più grassottello sotto l’ombrellone, ma conta in un effetto a lungo termine. E, sulla carta quantomeno, è fatto per chi si vuole bene.
Emanuela Di Pasqua,
05 luglio, 2016
photo credits: Zsoolt/Flickr