Si chiama Mitticool ed è il primo frigorifero che funziona senza corrente elettrica e senza batterie. L’idea è di Mansukh Prapajati, un vasaio indiano che ha progettato un semplice parallelepipedo in argilla, con uno sportello di vetro che consente di mantenere i cibi a una temperatura inferiore di almeno 8 gradi rispetto a quella esterna. Si tratta di un cosiddetto “frigorifero evaporativo”: l’acqua, immagazzinata nelle camere superiori, filtrando attraverso le pareti laterali evapora e sottrae calore dalla parte interna, tenendo in fresco il cibo collocato in basso. Grazie a questo processo di “osmosi inversa” la frutta e la verdura, ma non solo, anche il latte e i formaggi, possono essere conservati perfettamente inalterati. Il costo? 50 dollari.
L’idea risale al 2001, dopo il terribile terremoto che colpì lo stato del Gujarat (India occidentale) provocando ingenti danni e numerose vittime. Conservare frutta e latticini era praticamente impossibile, e anche l’acqua, normalmente conservata nei vasi di terracotta andati in frantumi, scarseggiava. In quell’occasione questo intraprendente artigiano decise di aiutare la popolazione realizzando il primo prototipo in argilla. E l’invenzione si è rivelata da subito un successo. Oggi Mansukh è uno degli imprenditori rurali più influenti al mondo, tanto da vincere nel 2005 il Premio Nazionale per lo Sviluppo Rurale. Nella sua piccola industria si producono più di 200 frigoriferi al mese, ma anche pentole, fornelli e altri oggetti d’uso quotidiano destinati al mercato interno ed estero (Kenya ed Emirati Arabi).
La sua è una delle tante storie raccontate dagli autori di “Jugaad Innovation – Pensa frugale, sii flessibile, genera una crescita dirompente” edito da Rubbettino, che testimoniano un lento ma progressivo processo di innovazione proveniente dal basso in grado di creare soluzioni efficienti ma a costi contenuti, lanciando una sfida ai modelli di produzione occidentali.
Silvia Tatozzi
21 agosto 2014