“Quella è proprio una cozza”. Quante volte i ragazzi hanno bollato con questo epiteto, una compagna di classe o una amica dalla presenza non proprio entusiasmante. La ragazza-cozza è sempre stata contrapposta alla ragazza-gnocca, quella di cui tutti sono innamorati, perché un po’ bruttina e poco elegante. Ma soprattutto decisamente appiccicosa.
Il nero mitilo, bisogna ammetterlo, ha tutte queste caratteristiche: anche se racchiude un mollusco molto buono, esternamente non è bellissimo, è piuttosto sporco, è ricoperto d’incrostazioni e si attacca tenacemente alle rocce.
Proprio questa sua ultima caratteristica attira da anni l’attenzione degli scienziati del Massachussets Institute of Technology (Mit): come fanno le cozze a rimanere così salde ai substrati marini pur sottoposte alla forza micidiale delle onde e delle correnti? Il bisso, quei tenui filamenti che escono dalle loro valve, pur molto resistenti, non potevano da soli essere responsabili dell’”attaccamento” dei mitili alle rocce.
Infatti è stato scoperto che le cozze producono delle proteine estremamente appiccicose che, combinandosi con il bisso, permettono loro di resistere alle violente sollecitazioni del moto ondoso.
Partendo proprio da questi studi si è arrivati allo sviluppo in laboratorio di una nuova supercolla. La notizia è stata pubblicata dal coordinatore della ricerca Chao Zhong sulla rivista scientifica Nature Nanotechnology. Gli scienziati hanno “progettato” un batterio in grado di produrre un materiale che incorpora le proteine adesive delle cozze con quelle batteriche presenti nelle biopellicole.
La supercolla è, ovviamente, resistente all’acqua, sarà in grado di riparare navi o strutture subacquee e, proprietà ancor più sorprendente, assumerà un’importanza rivoluzionaria per la guarigione delle ferite e per la perfetta rigenerazione delle incisioni chirurgiche, in modo particolare delle microincisioni, caratteristiche degli interventi ricostruttivi ed estetici.
Ed ecco che la cozza-mollusco aiuterà, con qualche ritocchino, la cozza-ragazza. È proprio una bella rivincita.
di Mauro Cominelli,
23 settembre 2014