Nell’antichità era considerata in grado di fortificare la mente e stimolare le più ardenti passioni. Oggi la scienza ha scoperto che è l’ortaggio con il più alto contenuto di nutrienti tra vitamine e calcio e che può svolgere un’azione di prevenzione contro il cancro. Si tratta del crescione d’acqua (nome scientifico Lepidium sativum), pianta perenne della famiglia delle Brassicacee che cresce spontanea lungo corsi d’acqua e terreni acquitrinosi, utilizzabile per diverse preparazioni anche in cucina. Da poco è iniziata la sua coltivazione sperimentale in un’azienda agricola del Cnr in Puglia.
Tra storia e leggenda
Dall’odore un po’ pungente, il crescione è menzionato in diversi trattati erboristici come pianta curativa e afrodisiaca. Nota già agli Egizi, Petronio lo cita nel Satyricon a proposito di un succo vegetale spalmato da una sacerdotessa di Priapo sui genitali di Encolpio, sofferente d’impotenza. Ma ancora nella seconda metà dell’Ottocento il dottor Paolo Mantegazza nel libro “Igiene dell’amore”, elencando gli alimenti eccitanti, ne consiglia il consumo a tavola ai pazienti afflitti da astenia e mancanza di desiderio sessuale.
Quasi come una spugna
Il Crescione d’acqua è una pianta erbacea perenne alta 30-40 centimetri che per crescere necessita di particolari condizioni ambientali: luoghi umidi, soprattutto acquatico-palustri (fossi, sorgenti, fontanili, stagni e ruscelli), in presenza di acque ferme o fluenti, formando ampi cespugli prostrati. Fiorisce tra marzo e luglio, si raccoglie in autunno. I fiori sono di colore bianco, i frutti sono costituiti da piccole silique contenenti semi di colore scuro.
Avendo un’elevata capacità assorbente, bisogna fare attenzione a dove la si raccoglie: in località esenti da fonti d’inquinamento di tipo chimico (discariche, coltivazioni intensive) e biologico (materiale fecale umano o animale può essere una fonte di trasmissione di agenti patogeni, in particolare salmonelle e vermi parassiti). Questa avvertenza vale, ovviamente, per tutte le specie selvatiche (sommerse, emergenti o fluttuanti), raccolte per uso alimentare e medicinale, che vivono negli ambienti umidi e acquatici.
Un concentrato di nutrienti
I ricercatori della William Paterson University del New Jersey hanno classificato il crescione come il prodotto ortofrutticolo più ricco di nutrienti. Infatti, contiene grandi quantità di vitamina K, quattro volte più beta-carotene e vitamina A di mele, pomodori e broccoli, più vitamina C delle arance, più calcio del latte intero e più ferro degli spinaci. Inoltre, il crescione contiene glucosinolati, ritenuti in grado di contrastare alcune forme di cancro del colon, della mammella, del polmone e della prostata. È anche una valida fonte di luteina e zeaxantina, due carotenoidi che proteggono la retina dall’invecchiamento. Nel crescione si trovano anche vitamina B6, potassio, fosforo e iodio.
Come valorizzarlo in cucina
A scopo alimentare si utilizzano di solito le foglie fresche del crescione, perché una volta essiccate perdono gran parte delle loro proprietà. Il sapore è leggermente acre tendente al piccante e ricorda vagamente quello della senape, perciò si accompagna bene con insalate miste, salse, tartine, crostini, antipasti, formaggi freschi, pietanze a base di verdure, pesce o carne. Può essere consumata anche cotta per insaporire zuppe, minestre e risotti.
Come si usa in erboristeria
In ambito erboristico sono note le sue proprietà toniche, antiscorbutiche, stomachiche, disintossicanti, vitaminizzanti, rimineralizzanti e diuretiche. La moderna fitoterapia sfrutta l’azione depurativa del crescione per trattare i soggetti intossicati da tabacco. Per sfruttare al meglio la sua azione disintossicante, può essere somministrato anche in forma d’infuso o di sciroppo, insieme ad altre piante come l’erisimo e la fumaria. Un rimedio popolare per curare bruciature, scottature ed eritemi, consiste nell’impiegare la pianta fresca sotto forma di impasto, da applicare sulla parte interessata.
Manuela Soressi
febbraio 2017