Da tempo desideravo fare un numero di Sale&Pepe nel quale le donne fossero protagoniste e non solo fruitrici e appassionate lettrici del mensile. Ma quali, mi chiedevo? Quelle che il cibo lo producono? Lo cucinano? Lo tramandano? Difficile scegliere. Poi l'occasione è arrivata e si chiama "I feel good", come la famosa canzone di James Brown, ed è Leitmotiv e titolo di un evento che, il 14 e il 15 ottobre a Milano, presso la Fondazione Catella, vedrà protagoniste tutte le riviste del nostro gruppo editoriale (pag. 12) e voi lettrici: due giorni ricchi di esperienze e confronti su ciò che ci fa star bene regalandoci serenità. Del cibo, indispensabile nutrimento, conosciamo il potere nel bene e nel male, ma anche la sua forza di consolazione, convivialità, piacere e salute. E più di tutto sappiamo che è un meraviglioso dispensatore di amore, di cura affettuosa e non solo verso la propria famiglia. Sono le donne, ancora una volta, che creano con il cibo un binomio indissolubile, che inizia con l'allattamento e prosegue per tutta la vita in molti modi. Ci fa star bene vedere i nostri figli mangiare soddisfatti, ci fanno piacere i complimenti degli amici dopo un pranzo ben riuscito, e non solo: impastare, tagliare, tritare, in poche parole manipolare gli ingredienti, distende, distrae e cura, perché la cucina è anche terapia. E allora perché non raccontare su un numero di Sale&Pepe, i diversi modi in cui il cibo ci fa star bene soprattutto quando facciamo qualcosa per gli altri e di riflesso per noi. Pagina dopo pagina trovate i ritratti di Alessandra, Antonella, Claudia e Livia, le nostre home economist che ogni mese, da quando esiste Sale&Pepe (quasi 37 anni), cucinano pensando a voi, care lettrici. Per passare alla storia di Valentina Leporati, attivista celiaca, che ha messo la sua esperienza a disposizione di chi è come lei, perché non debba rinunciare a piatti ricchi di sapore e colore. Tre imprenditrici: Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, ci raccontano come, grazie alla loro azienda vitivinicola, hanno potuto investire in attività a favore dei giovani nel campo della formazione e della salute. Poi facciamo un salto a Celle sul Rigo, dove le donne del borgo hanno lottato per ottenere un Marchio collettivo per tutelare la produzione dei pici favorendo nuove attività produttive. Solidarietà e inclusività, sono i due cardini su cui si poggia il progetto di Caroline Caporossi e Jessica Rosval: a Modena hanno aperto il ristorante sociale Roots dove formano e aiutano giovani migranti che vogliono diventare cuoche. Siamo brave, virtuose, intelligenti e generose e non smettiamo mai di occuparci degli altri, da sempre. Pensate a quante tazze di brodo o altri cibi nutrienti sono stati preparati dalle mani di migliaia di donne per rimettere in forza chi era debilitato. A questo proposito, un'anonima signora di Conegliano scrisse all'Artusi rimproverandolo per non aver inserito nella sua raccolta la ricetta dei biscottini puerperali, che si facevano dalle sue parti, perché erano "nutrienti e delicati, opportuni a riparare la spossatezza di chi ha dato alla luce un figliuolo". Dal canto mio sono soddisfatta per aver rifatto dopo tanti anni la conserva di pomodoro; ripetere quei gesti antichi di spezzare, cuocere e passare i pomodori mi ha fatto sentire parte della storia e i miei 46 barattoli mi hanno resa felice o meglio, come canta James Brown in I feel good : "I feel nice, like sugar and spice", mi sono sentita buona come zucchero e cannella. Felice di poco o di tanto. Lo auguro anche a voi.
Laura Maragliano,
settembre 2023