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News ed EventiConsigli praticiL’infinita elasticità della pasta da pane

L’infinita elasticità della pasta da pane

Fatta in casa o acquistata pronta, la pasta morbida, soffice, malleabile non serve solo per fare il pane, ma anche per focacce, pizze, torte salate e insospettabili manicaretti da sbocconcellare in pause sprint, per stupire gli amici a cena o per ammannire pranzi formali

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L’impasto prevede acqua, farina e spesso, ma non sempre, lievito e sale: il risultato dell’incontro di questi ingredienti è uno dei miscugli più suadenti per le tavole di tutto il mondo, oggetto di sperimentazioni, sostituzioni, aggiunte, tecniche e risultati appaganti, non necessariamente belli, ma certamente buoni. Preparata in modo industriale, artigianale, casalingo, è tanto semplice e umile, quanto eclettica e audace. A patto che gli ingredienti siano di buona qualità, le tecniche di lavorazione conosciute e la lievitazione lunga. La pasta da pane si può acquistare pronta, fresca in panetteria o in vaschetta nei supermercati, stesa nel reparto frigo o surgelata in panetti; oppure si può preparare in casa con l’impastatrice o a mano. Se è acquistata pronta, è meglio comunque lasciarla riposare in un luogo non freddo in modo che riprenda il processo di lievitazione prima dell’uso.

Un caleidoscopio di farine

La farina (foto sopra a sinistra) più comune è quella bianca, una farina altamente panificabile che contiene l’agente segreto, il glutine, un complesso di sostanze proteiche che, imprigionando i gas della fermentazione, dà forza ed elasticità all’impasto, regalando pane ben lievitato e soffice mollica. Come vi raccontiamo qui, la farina di grano tenero, ricca di amido, ma povera di fibre e proteine, è disponibile in varietà più o meno raffinate: farina 0, farina 00, tipo 1, tipo 2, integrale e Manitoba, una farina quest’ultima forte, cioè con un alto tasso di glutine, e per questo spesso mescolata con farine deboli. Da una seconda macinazione della farina di grano tenero, nasce la “rimacinata”, farina di grano duro, ricca di proteine e quindi di glutine. Un tipo di farina di grano duro è anche il kamut. Tra le farine alternative, quella di segale, farro e avena non amano stare da sole perché incapaci di lievitare a dovere e quindi devono necessariamente miscelarsi con farina di grano tenero. Farina di riso, grano saraceno, mais e teff aprono il mondo della panificazione ai palati “gluten free”, tra i più penalizzati in fatto di lievitati. Un rinforzo serve anche alle farine di legumi (ceci, piselli, lupini, lenticchie), di castagne, di canapa e di amaranto che regalano impasti interessanti (foto sopra a destra).

La scelta del lievito

Il più naturale è il lievito madre, o pasta madre o pasta acida (foto sopra a sinistra), si ottiene mescolando acqua e farina e lasciando fermentare il miscuglio all’aria in modo che i microorganismi presenti nella farina e nell’acqua si attivino a contatto con l’aria dando il via alla fermentazione. Questo tipo di lievito, che va rinfrescato periodicamente, è disponibile solido o liquido, il li.co.li (lievito in coltura liquida). Il lievito madre dà un risultato più fragrante, digeribile e più duraturo, rispetto alla preparazione con il lievito di birra. Qui vi raccontiamo come prepararlo in casa. Diversa è la biga, (foto sopra al centro) un pre-impasto, che prevede l’aggiunta di un pizzico di lievito di birra fresco e sale per produrre acido lattico e avviare la fermentazione. Una volta che la biga è pronta si aggiunge altra farina e acqua in quantità utile a raggiungere la dose di impasto desiderata. L’utilizzo della biga regala lievitati più digeribili, profumati e fragranti e dal colore più intenso. Il lievito più veloce, ma anche il più contestato, è il lievito di birra (foto sopra a destra), un lievito economico e veloce che però penalizza il risultato finale della panificazione; usando il lievito di birra infatti l’impasto pur gonfiandosi rapidamente, una volta cotto, altrettanto rapidamente tende a diventare secco. Esiste anche il pane senza lievito, è il pane azzimo, di tradizione ebraica.

Pasta da pane con lievito di birra, la ricetta

Sciogliete 25 g di lievito di birra fresco in una ciotola con 100 ml di acqua minerale naturale tiepida, 1 cucchiaio scarso di zucchero (utile per attivare il lievito), 3 cucchiai di farina 0 e 2 cucchiai di farina manitoba o di farina di grano duro. Mescolate bene, formando un panetto morbido e lasciatelo lievitare coperto con pellicola per 2 ore. Versate 300 g di farina 0 e 200 g di farina manitoba a fontana sulla spianatoia, fate un incavo al centro, spolverizzate i bordi con 2 cucchiaini di sale, iniziate ad impastare, mettete nell'incavo 150 ml di acqua minerale naturale, il panetto lievitato e lavorate per almeno 10 minuti, incorporando man mano la farina dai bordi e sollevando la pasta e ripiegandola verso il centro. Schiacciate più volte l'impasto con il palmo della mano e battetelo sul piano di lavoro, per rendere la pasta più elastica e resistente. Formate una palla, mettetela in una ciotola unta di olio, praticate un taglio a croce sulla superficie, coprite con un telo e fatela lievitare in un luogo tiepido per almeno 2 ore, finché sarà raddoppiata di volume. Esiste anche il pane "condito": oltre all'acqua, la parte liquida è composta da un'aggiunta di materia grassa, che può essere olio, burro, strutto, latte, yogurt. All’impasto base (foto sopra a sinistra) è possibile aggiungere olive (foto sopra a destra), miele, frutta secca e semi, zafferano, purea di verdure, erbe aromatiche, spezie. Se invece usate la pasta madre, aggiungete farina e, a piacere, malto o miele per dare alla crosta un colore dorato.

Trucchi e suggerimenti

La pasta deve lievitare in un luogo non freddo e lontano da correnti d’aria; va bene anche sistemarla in una ciotola, coprirla con un telo e metterla nel forno spento ma chiuso. Prima di usarla, si può lavorare o stendere con le mani oppure usare un matterello sul piano di lavoro leggermente infarinato. Per tagliarla in pezzi piccoli, è consigliato usare una lama liscia che permetta un taglio netto, per esempio il “raschietto in acciaio”. La pasta da pane si conserva in frigorifero a 4° (nel ripieno più basso), lievita a 20° e cuoce a 250° (per pane e pizza). Va lasciata a temperatura ambiente almeno 30 minuti prima di usarla e consumata entro 36-48 ore. Si può anche conservare in freezer, avvolta in carta forno, per circa 3 mesi. Il primo uso è destinato a pane, focaccia, pizza (foto sopra). Se il tempo è poco, la pasta da pane lievita anche nel microonde in una ciotola molto capiente e coperta con carta da cucina a bassa potenza per 20-25 minuti.

Un pane al giorno

Il lievito naturale è adatto al pane di campagna, preparato con pasta madre e malto, lasciato lievitare a lungo e pronto in 35-40 minuti; con lievito di birra secco, lievito chimico, farina 00, Manitoba e farina di riso, i bao orientali  (foto sopra a sinistra) sono soffici panini cotti a vapore. Con lievito di birra fresco e una pioggia di semi il pane in cassetta è perfetto per la colazione o da imbottire per la pausa pranzo. Pane in camicia al rosmarino, (foto sopra a destra), pane di kamut con quinoa nera, profumato con limone, semi di finocchio e miele d’acacia, è ideale nelle diete gluten free. Qui vi raccontiamo le migliori ricette del pane fatto in casa, tra cui il pane di farro alle carote.

Fuori dal coro

La pasta da pane si presta a molte interpretazioni, come cornetti, girelle, bicchierini ed empanadas farciti rispettivamente con salumi, pâté di olive, verdure, mozzarella e pomodoro, ideali per un buffet, una merenda o un brunch. Ancora un finger food, gli spiedini di pane e agnello (foto sopra a sinistra) con insalata di melanzane, da proporre anche come secondo, sono preparati con carne di agnello. Più adatto a un pranzo in famiglia il polpettone in crosta di pane, con carne di maiale, manzo e mortadella (foto sopra a destra).

Letizia Tiani
Aprile 2025

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