Bere un caffè solubile, una polverina mischiata all’acqua calda, magari in tazza grande, e dirlo nel Paese del culto dell’espresso in tazza piccola, può sembrare un azzardo. Eppure i professionisti del settore avvertono: il caffè solubile è una passione in forte crescita che viene consumato anzi ormai nell’80 per cento del mondo con trend in crescita anche in Italia. Tanto che, accanto al classico Nescafè (che esiste ormai dal 1938) dalle molte varianti, in Italia da poche settimane anche un’azienda di tradizione come Lavazza ha lanciato il suo prodotto solubile e la scelta diventa sempre più interessante, in termini di gusto e qualità. Come consumarlo? Se è adatto per le giornate fredde, offre anche molti spunti per bevande estive, per la preparazione di dolci ed è perfetto da portare in vacanza.
Il caffè solubile, cos’è? – È caffè vero e proprio, che dopo essere stato preparato viene però privato della sua parte acquosa. Per produrlo su grande scala, viene preparato il caffè in grandi caldaie (ve ne sono in grado di contenere anche 900 chilogrammi di caffè macinato insieme) riempite di acqua. Una volta pronto, parte dell’acqua subisce una procedura di evaporazione e questo liquido più concentrato viene poi inserito in una sorta di cilindro dove insieme viene convogliata l’aria a una temperatura elevata, per far evaporare il resto dell’acqua. Quel che rimane è una polverina, ovvero il caffè solubile che abitualmente vediamo nei barattoli per il consumo domestico, così come quella che è alla base dei caffè forniti dalle macchinette distributrici automatiche, in ufficio come alla stazione. Vi è poi il caffè liofilizzato, comunemente venduto in granuli: in questo caso, quando si arriva al concentrato (ancora con acqua), questo viene surgelato e poi tagliato in granuli a loro volta riscaldati (sublimazione) per far evaporare parte dell’acqua al loro interno. Una volta che i granuli sono seccati (l’operazione può durare anche un giorno intero), eccoli pronti alla confezione.
Le origini – È curiosa anche la storia alle origini di questa passione mondiale: a litigarsi per la paternità del caffè solubile sono infatti un giapponese e un americano. Il primo è un chimico, Satori Kato, che nel 1901 per primo osservò il comportamento del caffè rimasto sul fondo della tazzina e intuì le sue proprietà. Solo pochi anni dopo, un ingegnere omonimo del Presidente George Washington, mentre era in viaggio in Guatemala, scoprì come un concentrato di caffè rimasto troppo a lungo sul fondo della caffettiera avesse gusto gradevole, aroma comparabile e stesse proprietà del caffè normale. Da lì alla prima commercializzazione del caffè solubile passò pochissimo: nel 1910 infatti i mercati mondiali scoprivano già il caffè in polvere.
Le proprietà – Davanti a una bella tazza di caffè solubile, inno al consumo slow, perfetta con un libro o mentre si guarda un film in tv, vi sono sempre dubbi rispetto alle proprietà di questa bevanda così comoda da sorseggiare in situazioni di relax. Se la base di partenza dei chicchi è sempre la stessa (e dunque si possono ottenere caffè solubili o liofilizzati a partire da qualità 100% arabica, per esempio), ci si chiede infatti quale sia il suo contenuto di caffeina. Mediamente una tazza di caffè liofilizzato o solubile contiene dai 30 ai 90 milligrammi di caffeina (una tazzina di espresso ne ha 85), dunque all’aumentare dell’acqua, se vengono rispettate le dosi consigliate di polvere il quantitativo di caffeina può definirsi analogo. Sta al singolo consumatore “caricare” più o meno la tazza con un caffè forte o leggero. Oltre alla caffeina però il caffè solubile mantiene molte delle proprietà del caffè fatto con la moka o espresso: è naturalmente ricco di antiossidanti (come i polifenoli che combattono l’invecchiamento), contiene inoltre potassio, magnesio e vitamina B3. Se non viene dolcificato, una tazza di caffè solubile contiene circa 4 calorie.
Come lo bevo? Sciolto in acqua calda, per la ricetta tradizionale, eventualmente arricchito dal latte. Con ghiaccio e acqua fredda e magari un goccio di latte e zucchero e messo nello shaker (o girato semplicemente) diventa una bevanda perfetta per l’estate, fresca e dissetante. Qualche cucchiaino al posto del caffè "vero", arricchisce diversi cocktail, mentre è la base perfetta per le granite, le mousse, si può usare anche per preparare il tiramisù, o per avere in pochi secondi la base di un ottimo affogato. Dalla bavarese al budino, passando per la crema al caffè, non ci sono limiti al suo consumo. Un consiglio dunque se state per partire per le vacanze: arricchite la vostra cambusa con un barattolino di caffè solubile o liofilizzato, per i vostri momenti di piacere e relax.
Eva Perasso
29 luglio 2016
Foto credits Flickr – Sandra R