Piemonte: Cuneo
Anche questa provincia è un caso unico nella regione Piemonte: la sola, ad oggi, che produca Grana Padano. Le estese colture di graminacee costituiscono la base dei foraggi, insieme ai pascoli collinari perciò il formaggio si appropria di profumi decisi, note pungenti di fieno e di pepe e, in generale, di un gusto più sapido, tale da completare con grande semplicità un carpaccio di vitellone, ridotto in classiche scaglie o ammorbidito in una salsa a base di panna.
Lombardia: Mantova
L’allevamento dei bovini nel Mantovano si avvale in grande percentuale di foraggi provenienti da pascoli e prati. Il formaggio rivela un profumo accentuato, un gusto intenso e una maggiore resistenza alla maturazione. Al nostro assaggio è risultato grasso, pastoso e dolce, perfetto per condire un primo (per restare in tema perché non i capunsei di tradizione?), quale intenso contrappunto a un condimento vegetale.
Emilia: Piacenza
Quella di Piacenza è un’enclave nel territorio emiliano: si tratta infatti dell’unica provincia della regione che produce il Grana Padano e lo fa fin dall’anno Mille. La forma destinata al nostro assaggio si è rivelata ancora umida, ma non grassa, con decisi sentori di frutta fresca che ben la fanno accostare a un cake rustico (con farina di castagne, ma anche di farro o integrale), dove il Grana Padano è protagonista nell’impasto e servito in abbinamento.
Veneto: Padova
Nel territorio che gravita intorno ai caseifici padovani si alternano zone con inverni molto rigidi e altre più miti: il clima della pianura veneta risente infatti, a differenza di quella lombarda, dell’influsso dell’Adriatico. Sebbene sia difficile dare un’unica connotazione al Grana Padano padovano, si tratta di un prodotto dal gusto deciso, adulto, a tratti tendente all’amaro, con sentori di frutta tostata e brodo di carne. Non a caso si colloca di diritto in una zuppa di verdure dolci come la zucca o le cipolle.
Trentino: Trento
La provincia di Trento è ricca di pascoli collinari e montani. Vi nascono sia il Grana Padano DOP che il Trentingrana, diverso dal primo per il tipo di alimentazione con cui vengono allevate le vacche. Il Trentingrana, in particolare, è caratterizzato da sfumature olfattive ricche e una colorazione della pasta paglierina. All’assaggio si è rivelato friabile e lievemente piccante, ed è perfetto anche per “illuminare” un delicato pesce di fiume come una trota.
Daniela Falsitta
Gennaio 2020