Parola d’ordine: condivisione. Di cibo, certo, ma non solo. Perché la piattaforma di Gnammo punta alla socializzazione: tra chi invita a casa propria ospiti sconosciuti, condividendo i piatti della sua cucina, e i commensali che scelgono di partecipare, senza essersi mai incontrati prima.
Tutto si svolge online: pubblicazione degli eventi, prenotazioni, pagamenti (prezzi medi 25-30 euro), resoconti. Ma poi, quando ospiti e padroni di casa si ritrovano intorno alla tavola, il cibo recupera la sua identità concreta e conviviale: mangiare insieme diventa “stare insieme”; nascono legami, amicizie, perfino amori; le case dei cuochi diventano luoghi di incontro.
Come è accaduto a Chiara Rizzo ed Egidio Bonfanti, i cooker di Gnammo protagonisti di questo servizio, che vivono a Milano nello storico quartiere Isola: la loro casa di ringhiera, la Picà (osteria) come l’hanno chiamata, è diventata un punto di riferimento per gli abitanti della zona, dove i rapporti di vicinato sono ancora vivi.
Catanese lei, italo-cileno lui, li unisce la passione per la cucina, nata in famiglia e perfezionata con corsi ed esperienze nella ristorazione. Egidio è anche musicista e con la chitarra accompagna le cene alla Picà, dove la cucina italiana classica è la più gettonata.
Social eating
Fondato nel 2013 da Cristiano Rigon (con altri 2 soci poi ritiratisi), Gnammo è il principale sito italiano di social eating, con circa 230mila utenti tra i 30 e i 55 anni.
Iscrivendosi alla community, ci si può proporre come cuoco (cook) e organizzare eventi culinari a casa propria o in altre location, oppure partecipare ai pranzi e le cene (gnammer): i due ruoli sono interscambiabili.
Nella foto Cristiano Rigon con Chiara ed Egidio de La Picà dell’Isola a Milano, due degli 8mila cuochi di Gnammo.
Testi di
Marina Cella
Ingredienti per 6 persone
per i ravioli: 400 g di farina di grano tenero - 4 uova a pasta gialla (danno colore all’impasto) - 250 g di stracciatella di bufala - 250 g di pomodorini Pachino - timo - origano - zucchero di canna - 80 g di parmigiano reggiano grattugiato - olio extravergine d’oliva - sale
per il pesto: 30 g di basilico - 2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato - 1 cucchiaio di pecorino - 1/2 dl di olio extravergine d’oliva - 1 cucchiaio di pinoli
Sul piano di lavoro formate una fontana con la farina e sgusciate al centro le uova; impastate con le mani e proseguite fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola e lasciate riposare per circa 1 ora in luogo tiepido.
Nel frattempo preparate i pomodorini confit. Lavate i pomodorini, affettateli e disponeteli su una placca foderata con carta forno con la parte del taglio verso l’alto. Conditeli con le foglioline di un rametto di timo, una spolverizzata di origano, un filo d’olio, lo zucchero e un pizzico di sale e infornateli per circa 30 minuti finché non sono caramellati.
Intanto preparate il pesto. Lavate e asciugate il basilico, trasferitelo nel mixer, aggiungete l’olio, il parmigiano, il pecorino e i pinoli e frullate fino a ottenere una salsa cremosa.
Riunite i pomodorini caramellati nel bicchiere del frullatore a immersione (tenendone da parte qualcuno per decorare), unite un filo d’olio, 60 g di parmigiano e un pizzico di sale e frullate. Trasferite in una ciotola, unite la burrata e mescolate.
Riprendete l’impasto, suddividetelo in 2 parti e stendetene una passandola più volte nell’apposita macchinetta, fino a ottenere una sfoglia rettangolare di 2-3 mm di spessore. Ripetete l’operazione con la pasta rimasta, formate una seconda sfoglia e appoggiatela su uno stampo per ravioli.
Con un cucchiaino, disponete tanti mucchietti uguali di ripieno ai pomodorini sulla sfoglia, distanziati circa 3 cm. Spennellate i bordi con poca acqua, coprite con la seconda sfoglia, premete con il matterello e staccate i ravioli.
Lessate i ravioli in una pentola di acqua salata. Scolateli e saltateli in padella con poco olio. Stendete 2 cucchiai di pesto sui piatti, appoggiatevi sopra i ravioli e completate con i pomodorini tenuti da parte e il parmigiano rimasto.
Ingredienti per 6 persone
700 g di lonza di maiale - 1 bicchiere di vino bianco - 3 rametti di rosmarino - 2 rametti di salvia - 600 g di patate - 3 limoni non trattati - 50 g di zucchero - 1 cucchiaio di brandy - 1/2 litro di brodo vegetale - sale - pepe
Fate marinare la lonza in una ciotola con il vino, 1 rametto di salvia e 1 di rosmarino per 2 ore circa. Tritate la salvia rimasta e 1 rametto di rosmarino.
Scolate la carne dalla marinata, asciugatela con carta da cucina, massaggiatela con il trito preparato e legatela con lo spago. Trasferitela in una padella con qualche cucchiaio di olio caldo e fatela rosolare finché si forma una crosticina, sfumate con il vino bianco e fatelo evaporare. Disponete la lonza in una pirofila e infornatela a 180° per circa 1 ora e 20 minuti, inumidendola di tanto in tanto con il brodo e girandola in modo che si cuocia uniformemente.
Nel frattempo preparate le patate. Lavatele, sbucciatele e riducetele a tocchetti; sbollentateli velocemente in una pentola d’acqua, scolateli e asciugareli bene. Disponeteli sulla placca foderata con carta da forno, insaporiteli con il rosmarino rimasto tritato e sale e infornateli per circa 15 minuti.
Preparate la salsa
Spremete 2 limoni, trasferite il succo in un pentolino con il brandy e fatevi sciogliere lo zucchero. Mescolate la salsa, togliete dal fuoco e tenetene da parte 2/3. Negli ultimi 10 minuti di cottura dell’arrosto, spennellatelo in modo uniforme con la salsa rimasta e fatela caramellare.
Togliete l’arrosto dal forno e fatelo riposare per 10 minuti avvolto nell’alluminio; poi affettatelo e servitelo con la salsa tenuta da parte, il limone rimasto a fettine e le patate.