Si dice che una tiri l’altra. E si dice anche che mangiarle direttamente dall’albero (come del resto tutti i frutti) sia uno dei grandi piaceri della vita. E poi che belle sono, le ciliegie, rosse d’un rosso vermiglio, tonde, profumate, piccole, fruibili, dolci. Insomma, pare che questo frutto che alla fine è abbastanza effimero (a fine giugno ha già esaurito il suo periodo migliore, in Piemone i vermetti si chiamano giuanin, perché iniziano a farsi vedere dopo il 24 giugno, San Giovanni) abbia tanti e tali vantaggi da farne un’icona di bellezza e di salute.
Sono antiage e aiutano a rinnovare la pelle
Le ciliegie infatti non sono solo delle grandi alleate della salute, ma anche della bellezza e in particolar modo sono fondamentali per la cura della pelle. Grazie ai caroteni e ai sali minerali, aiutano a proteggerla dal sole e a ottenere un’abbronzatura naturale e omogenea. Infine fanno bene alle gambe, grazie ai loro notevoli poteri diuretici, e contrastano i problemi di circolazione, di cellulite e di fragilità capillare. E all’alba dell’estate, appena ambrate, le gambe iniziano a mostrarsi in tutta la loro avvenenza e la loro cura, lo sappiamo bene noi donne, diviene il focus dei trattamenti. Perciò questo frutto dolce e succoso viene utilizzato spesso nelle maschere e negli impacchi rigeneranti o come scrub naturale per il corpo, grazie appunto ai suoi poteri esfollianti.
Per un peeling naturale
Le ciliegie sono ricche infatti di alfaidrossiacidi, sostanze che esfoliano la pelle, rendendola più morbida e luminosa, e la aiutano a rinnovarsi. Contengono vitamine e minerali che le trasmettono energia e antiossidanti che contrastano i radicali liberi, sono molto idratanti e leniscono le infiammazioni.
E ancora profumo e colore
Nel settore bellezza poi la ciliegia è considerata una regina. Gli esperti l’hanno ribattezzata cherry-mania riferendosi alla tendenza che vuole la maggior parte dei rossetti al profumo o al colore di ciliegia. La ciliegia può essere dunque considerata una musa ispiratrice nel settore beauty, e per il colore e per il profumo. Una delle note fruttate più amata in profumeria è proprio quella di ciliegia, che caratterizza moltissime fragranze, ma che in realtà non viene estratta dall’essenza del frutto, essendone semplicemente una sapiente imitazione.
Una curiosità
Narra la leggenda che Ludovico Ariosto ne andasse pazzo e che, soprattutto nel corso del suo mandato come Governatore della Garfagnana, annessa in quel periodo al Ducato Estense di Ferrara, ne consumò una grande quantità. Soprattutto pare che fosse un forte consumatore di zuppa di ciliegie, ingentilendo una ricetta tramandata dai pastori che cuocevano le ciliegie in latte addolcito con miele e burro e quando la salsa ottenuta era ben ristretta la spalmavano sul pane. Le possibili declinazioni della zuppa di Ariosto sono ovviamente molte, come quella con savoiardi e ricotta che consiste nell'arricchire il tutto con ricotta sbattuta a mano (per far incorporare aria e renderla più cremosa) da stendere su uno strato di savoiardi inzuppati. E sopra ovviamente la salsa di ciliegie.
Alla ricerca di quella perfetta
Ma la ciliegia perfetta esiste? E' iniziato il tempo della ciliegia, che scandisce l'estate, ma che è anche molto effimero. E se ne parla molto, chiedendosi quale sia l'identikit della ciliegia perfetta. Nell'ultimo Simposio internazionale della ciliegia, tenutosi obbligatoriamente a Vignola (Modena), che vanta come noto un'eccellenza protetta, si sono scritte alcune caratteristiche imprescindibili: la ciliegia vera ha da essere produttiva, con calibro omogeneo e sostenuto (maggiore di 26 mm), resistente alle malattie. De ve inoltre vantare buone proprietà organolettiche, ovvero dolcezza, consistenza e croccantezza, deve essere capace di resistere al cracking e avere una buona tenuta tanto sull'albero quanto dopo la raccolta e, last but not least, deve sapersi adattare, in tempo di cambiamenti climatici.
Ma poi siamo sicuri che si scrive ciliegie? Sì, ma se vi fosse venuto il dubbio state tranquilli che non siete i soli. C'è tolleranza anche per la versione senza "i". Tanto che un libro di Oriana Fallaci si intitolava Un cappello pieno di ciliege. Senza i.
Emanuela Di Pasqua,
maggio 2017
aggiornato giugno 2020
Credits immagini
https://pixabay.com/it/ciliegie-ciliegie-dolci-1465801/