Abbiamo imparato a differenziare la plastica e a riutilizzare le borse della spesa, ci muoviamo a piedi per limitare l'uso di carburanti, indossiamo un doppio maglione piuttosto che alzare i caloriferi e non abbiamo più vergogna a frequentare i negozi dell'usato (anzi!). Insomma siamo diventati più sensibili al tema ambientale e modificato la nostra routine quotidiana in funzione della sostenibilità. Eppure spesso, quando ci sediamo a tavola, orientiamo le scelte secondo altri parametri. Inconsapevoli, forse, dell'impatto ambientale di quello che mettiamo nel piatto.
Invece ci sono alcuni alimenti la cui produzione in larga scala contribuisce all'inquinamento, al riscaldamento globale o impoverisce le risorse naturali della Terra. Il paradosso è che le limitazioni (e non esclusioni, va detto) che andrebbero attuate per contribuire a salvare il pianeta sono in gran parte le stesse che ci vengono consigliate per stare bene e vivere meglio e più a lungo.
Che la nostra salute e quella del globo che ci ospita siano strettamente interconnesse abbiamo cominciato a intuirlo negli ultimi drammatici mesi. Ora, se questa connessione ancora ci fosse poco chiara, la Doppia Piramide alimentare della salute e del clima, disegnata dagli esperti della Fondazione Barilla, la mostra con estrema precisione. Gli alimenti con un alto impatto ambientale sono gli stessi che ci viene suggerito di consumare con moderazione da medici e nutrizionisti.
"La Terra è un sistema complesso. Il 73 % delle terre emerse è già sfruttato dall'uomo", spiega Riccardo Valentini, Professore all'Università della Tuscia DIBAF, "e questo lascia ormai un margine limitato per nutrire la popolazione che verrà. Allevamenti intensivi, rotture degli ecosistemi, contaminazioni della natura, emissioni dovute al trasporto del cibo: tutto nuoce al pianeta. È fondamentale coltivare una nuova sensibilità, consapevoli che quello che giova alla Terra giova anche alla nostra salute".
"Nel mondo ci sono 41 milioni di morti per malattie non trasmissibili, tra queste 1 terzo sono malattie cardiovascolari", afferma Gabriele Riccardi, Ordinario di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e già presidente della Società Italiana di Diabetologia. "L'alimentazione riduce nettamente i decessi: si parla di 9 milioni di persone, 3 volte quelle morte per Covid".
Nell'ultimo mezzo secolo non sono stati fatti grandi progressi dal punto di vista alimentare. Anzi:negli ultimi 20 anni il consumo frutta e verdura si è ridotto del 20%. "E invece", prosegue, "ce ne vorrebbero almeno due porzioni al giorno, accompagnate da cereali integrali (e non raffinati). Dolci e insaccati, che hanno un valore edonistico, devono essere considerati eccezioni, cibi di festa", conclude.
Così la Doppia Piramide suggerisce un modello alimentare che guidi le nostre scelte in modo semplice e rigoroso. In totale coerenza con le diverse tradizioni. Non a caso la Fondazione presenta quest'anno altre 7 piramidi, identiche nella forma, ma differenti negli alimenti, in relazione a usi e culture delle diverse aree geografiche, cogliendo così un altro tema importante per quella che viene chiamata salute circolare (dall'uomo al pianeta e dal pianeta all'uomo): nell'alimentazione la maggior ricchezza viene dalla varietà.
22 aprile 2021