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Cibo e ritmi circadiani: l'importanza del quando mangi

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Limitare gli orari del pasti aiuta il cuore a non invecchiare. E, per perdere peso, forse basta abolire il cibo notturno e a sera inoltrata.

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Siamo quello che mangiamo? No, siamo «quando»  lo mangiamo. Una nuova ricerca, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Science, esplora la relazione tra cicli del sonno, cibo, ritmi circadiani, salute e peso. Puntando il dito contro l'abitudine di mangiar tardi.

La squadra di ricercatori dell'Università di San Diego ha voluto comprendere meglio cosa succede al peso corporeo e alla salute del nostro cuore in relazione alla nostra alimentazione, ma con un approccio diverso rispetto a quello usuale: invece che guardare al tipo di alimenti consumati, si è voluto guardare al quando tali alimenti e pasti vengono consumati. La relazione tra il cibo e i nostri ritmi circadiani, ossia il nostro orologio biologico interno (che controlla i cicli di sonno e veglia), è complicata, e questo studio rappresenta solo l'inizio di un'esplorazione che si promette molto interessante. Alcuni punti fermi sono però già emersi: il quando mangiamo ha un ruolo cruciale sulle nostre vite. E sono i nostri ritmi interiori a dettare il passo di una dieta amica del cuore e di un peso corporeo salutare.

Gli esperimenti sono stati condotti sulle mosche della frutta, spesso utilizzate nella ricerca scientifica come organismi modello per identificare le basi genetiche delle patologie umane. Gli scienziati hanno limitato i pasti di questi insetti a specifiche ore del giorno, e i risultati sono stati sorprendenti. Le mosche che potevano mangiare solo 12 ore al giorno dormivano meglio, non prendevano peso e avevano un cuore molto più sano rispetto a quelle che avevano accesso al cibo 24 ore su 24. La differenza tra i gruppi di mosche era tale che i ricercatori hanno dovuto ripetere i test più e più volte per convincersi delle conclusioni: controllare il quando si mangia previene l'invecchiamento e i problemi di cuore legati all'alimentazione. 

Gli effetti positivi si sono manifestati a tutte le età: anche quando questo cambiamento negli orari veniva introdotto nella dieta di insetti più anziani, i benefici erano gli stessi, e persistevano persino se le mosche tornavano poi alle vecchie abitudini. I ricercatori hanno scoperto che i geni responsabili dei ritmi circadiani del corpo sono parte integrante di questo processo, anche se non sono ancora sicuri del come. 

Precedenti ricerche avevano già mostrato che le persone che tendono a mangiar tardi e durante le ore notturne hanno più probabilità di sviluppare patologie cardiache; che limitare gli orari in cui si mangia previene obesità e disturbi del metabolismo e che il corpo digerisce i nutrienti in modo diverso a seconda dell'orario. Questo studio rinforza la consapevolezza che l'ora in cui mangiamo ha un impatto profondo su corpo e cervello. E che per cambiare la nostra dieta in meglio, basta intanto cambiare i suoi orari. Si possono ottenere grandi vantaggi senza troppi sforzi e senza rinunciare ai cibi preferiti, solo evitando di mangiare tardi la sera, idealmente non oltre le sette. Il messaggio finale dei ricercatori è chiaro: gli snack del dopocena vanno tagliati. 

Carola Traverso
13 marzo 2015

TAG: #Scienza

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