Cos’hanno in comune cibo e motori? Per molte persone, sono due grandi passioni: quella per la buona tavola e quella per auto, moto e memorabilia, i cimeli legati al mondo delle quattro e delle due ruote. Chi condivide l’amore per l’uno e per gli altri sogna di mettere insieme una serata al ristorante e un viaggio tra vetture d’antan e rombanti motociclette d’epoca. Un sogno che si può realizzare in location uniche nel loro genere, dove regalarsi un’esperienza di fine dining abbinata a un tuffo nel passato “on the road”.
Il Cavallino a Maranello
Nome e collocazione geografica non danno adito a dubbi: il Cavallino è il ristorante targato Ferrari. Nato negli anni Quaranta, nella piccola casa colonica adiacente lo stabilimento, era il luogo del cuore di Enzo Ferrari, che qui ospitava tecnici, piloti e illustri fan delle “rosse”.
Oggi, sapientemente ristrutturato dalla designer India Mahdavi, conserva un’atmosfera intima, quasi da trattoria di una volta, con il dehors sotto al pergolato, il pavimento a scacchi, le sedie a braccioli impagliate, rigorosamente laccate rosse, i poster che riproducono le copertine degli annuari storici, foto e ritratti artistici del patron, i progetti GT Touring e Pininfarina (nella foto in alto). A contrasto, gli arredi custom made giallo sole e il pattern del cavallini stilizzato e pixelato che riveste alcune pareti e colonne.
Siamo a Modena, e un progetto così prestigioso non poteva che portare la firma, in cucina, di Massimo Bottura. Il menu studiato dallo chef tristellato, e affidato a Riccardo Forapani (a lungo nella squadra dell’Osteria Francescana), mescola tradizione e convivialità con spunti contemporanei: gnocco fritto, tortellini in crema di parmigiano o in brodo di cappone, tagliatelle al ragù (nella foto in alto) cotechino (anziché filetto) alla Rossini, convivono in carta con la crème caramel al parmigiano (da sempre, ingrediente feticcio di Bottura), il riso al salto ispirato a Gualtiero Marchesi, le ostriche del Delta del Po alla brace. A chiudere, niente di meglio che un paciugo di mascarpone con gelato al caffè, meringa, amaretto e cacao o una Mòdna, rivisitazione della sacher con marmellata di amarene, caramello salato e gelato al nocino. Prima di lasciare il Cavallino, è d’obbligo un salto al vicino flagship store Ferrari: perché il vero fan non può andarsene senza un souvenir del Cavallino!
Olio: dall’orto all’officina
Il ristorante Olio a Origgio (Varese) si inquadra all’interno di un progetto ben più ampio, The Box, che riunisce in un unico (grandissimo!) spazio le diverse anime di Luigi Milini, imprenditore che condivide con la sua famiglia la passione per le auto d’epoca, l’arte contemporanea e, naturalmente, l’alta cucina e le materie prima di qualità. L’unione di questi elementi all’apparenza così distanti dà vita a una location in cui trovano posto orti, serre e agrumeti - che forniscono i loro prodotti alla cucina -, ulivi secolari, ma anche tele, sculture e - soprattutto! - una collezione di veicoli di interesse storico (sempre visitabile, previa richiesta), inseriti negli spazi esterni aperti al pubblico, all’interno del locale e nello spazio espositivo che conta un centinaio di pezzi rari, restaurati e manutenuti nell’adiacente officina specializzata: Lamborghini, Rolls Royce, Porsche, Jaguar, Lancia, spider, coupé, berline di lusso, macchine sportive... Fra le serre si ammirano, tra le altre, le Fiat 500 e 600 degli anni del boom, la Land Rover 88, mezzo amato da esploratori come Ambrogio Fogar, e il trio Volkswagen T1, Citroen 2CV e Mini Minor, simbolo di libertà, gioventù e spensieratezza degli anni Sessanta e Settanta.
Dall’olio motore... all’olio extravergine d’oliva, che valorizza la proposta di mare del ristorante, c’è da dire che il salto è inconsueto, ma ben riuscito! Alla guida della cucina a vista (nella foto di apertura del post) c’è lo chef Andrea Marinelli (a lungo in brigata da Innocenti Evasioni, lo stellato del milanese Tommaso Arrigoni). Plateu di crudi, selezione di ostriche e caviale, pescato del giorno affiancano i piatti del menu degustazione in cui spiccano ricette inusuali come la ricciola alla puttanesca, le capesante affumicate o le seppiole dell’Adriatico con squacquerone. La pasta con le sarde si arricchisce di sugo di maiale nero dei Nebrodi, l’agnello sposa melanzane, menta e cioccolato e i piatti si susseguono in una carta elegante e mai scontata. La stessa linea scelta anche per quel che riguarda il cocktail bar con la nuova lista dei drink che rende omaggio a modelli senza tempo: è il caso dell’Aurelia, con gin Citadelle, maraschino e syrup alla viola, del Carrera, con mezcal Alipús, zenzero, passion fruit, lime e cedrata Tassoni, o dello Zagato, con Campari, Rabarbaro Zucca, Fever tree, Angostura e syrup all’arancia. Da gustare ammirando le opere disseminate per le sale, che ne fanno una suggestiva galleria diffusa.
Le collezioni eclettiche di Memorabilia
Si chiama proprio Memorabilia il locale ad Agrate Brianza (Monza e Brianza) che espone innumerevoli collezioni, frutto di anni di raccolta dei più eclettici oggetti vintage: dai dischi d’oro di pop star come Michael Jackson agli allestimenti di un barber shop passando per biliardi, biliardini, jukebox, macchine da scrivere del secolo scorso, statue a grandezza naturale di Elvis Presley o Superman, utensili e banchi da lavoro, gadget di ogni forma, colore e dimensione. A comporre questa originale miscellanea Umberto Colombo, industriale dalle mille passioni. Passioni che ha voluto racchiudere in uno spazio dedicato, da aprire poi al pubblico. Il primo pezzo fu una Vespa e oggi, nell’area Garage, si possono ammirare moto e auto storiche certificate fra cui la Shelby Cobra di Steve McQueen (nella foto in alto), le Rolls Royce appartenute a Cary Grant e a Gianni Agnelli, quella “brandizzata” Louis Vuitton, la motoslitta di 007, la Ford Thunderbird di “Thelma & Louise”, la Vespa di Gregory Peck: solo alcuni tra i fiori all’occhiello della vasta esposizione aperta agli ospiti del ristorante e del cocktail bar Depot.
Prima o dopo la visita alle sale espositive, i tavoli del ristorante accolgono e coccolano con una interessante carta contemporanea e percorsi di mare e di terra. Nel primo spiccano l’ottimo risi e bisi con crudo di capesante e briciole di peperone crusco (nella foto in alto) e il filetto di rombo in crosta di panko. Se la scelta cade sulla carne, fra le proposte più interessanti c'è il tonno del Chianti, sfilacciato di maiale con fagioli dall’occhio, la sella di coniglio farcita di scampi e l’aletta di vitello, taglio della spalla di inaspettata tenerezza. Non mancano piatti della tradizione come il Carnaroli allo zafferano, burro acido e ossobuco in gremolada o la costoletta fritta nel burro chiarificato: omaggio a Milano, che in fondo è a una manciata di minuti di macchina.
Francesca Romana Mezzadri
Ph Ristorante Cavallino Danilo Scarpati
Giugno 2022