Senza zuccheri o senza grassi, senza olio di palma o senza lievito, senza lattosio o senza glutine: come si fa a resistere a tanti alimenti che si presentano come privi di ingredienti, additivi o sostanze nutritive “sgradite”? Infatti l’offerta di prodotti “free from” continua ad aumentare tanto che ora, di fronte a tanta scelta, è difficile orientarsi. Ma sono davvero meglio rispetto a quelli a cui siamo abituati? Non è detto. Ecco cinque alimenti “senza” di cui possiamo fare a meno.
Latte e formaggi senza lattosio
Meno ne assumi con l’alimentazione, meno lo digerisci: il paradosso del lattosio è questo, che l’enzima necessario per scinderlo nei suoi due zuccheri e metabolizzarlo viene prodotto quando si introduce il lattosio. Smettendo di farlo, lo si “silenzia” e disattiva. Quindi, scegliere di consumare latte e formaggi “senza lattosio” significa predisporsi a tollerare sempre meno quelli che invece lo contengono. Ne vale la pena? A meno che l’intolleranza al lattosio non sia certa e diagnosticata, rinunciando al lattosio ci si priva delle sue attività positive. Come quella di migliorare il microbiota dell’intestino, favorendo la regolarità intestinale, e di aumentare la capacità del nostro organismo di assorbire il calcio, presente in grandi quantità nel latte e nei suoi derivati. Un’attività importante a ogni età, e in particolare in chi “deve farsi le ossa”, come i bambini e i ragazzi: quelli che seguono una dieta a basso contenuto di lattosio introducono quantitativi di calcio inferiori rispetto a quelli raccomandati, necessario per la crescita e la mineralizzazione delle ossa.
Confetture senza zuccheri aggiunti
Le confetture hanno due ingredienti indispensabili: frutta e zucchero, necessario come conservante naturale. Questo le rende ricche di carboidrati, e in particolare di zuccheri. Una caratteristica che spinge molti a preferire le versioni dichiarate sulle confezioni “light” o “senza zuccheri aggiunti”. Nelle versioni che si presentano come più leggere vengono usati edulcoranti (come eritritolo, sucralosio o acesulfame K) che abbassano considerevolmente il contenuto calorico delle confetture. Ma che costringono a ricorrere a diversi additivi, assenti nelle confetture tradizionali, come gli stabilizzanti (ad esempio il cloruro di calcio) e i conservanti (come il sorbato di potassio). Una modifica delle ricette che costringe spesso a inserire sulle etichette l’avvertenza che un consumo eccessivo può avere effetti lassativi.
Patatine e merendine senza olio di palma
Da qualche anno l’olio di palma è finito sul banco degli imputati non solo per il suo impatto ambientale ma anche perché “vettore” di sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene, che si formano quando viene raffinato a temperature molto alte. La Ue ha quindi stabilito dei limiti sulla presenza di questi contaminanti negli oli vegetali. Di qui la scelta di molte aziende di rinunciare all’olio di palma e di evidenziare questa scelta sulle confezioni dei prodotti. Come in tutti i casi in cui elimina un componente, bisogna verificare come lo si è sostituito. Un test condotto da Altroconsumo su 30 tra merende, biscotti, patatine, cracker, fette biscottate, creme spalmabili e gelati venduti in Italia ha rivelato che al suo posto sono stati usati altri oli vegetali di origine tropicale (come quelli di girasole, arachidi, cocco, mais e colza), i quali durante la raffinazione possono sviluppare gli stessi componenti “critici” trovati nell’olio di palma.
Dado senza glutammato
Il glutammato monosodico è classificato come “esaltatore di sapidità”, perché, essendo ricco di sodio e di acido glutammico,ha l’effetto di intensificare il sapore dei cibi. E per questo è molto usato nei dadi da cucina. Ma in vendita se ne trovano diverse marche che si presentano come “senza glutammato”: sono realizzati con sale, derivati dalla soia oppure estratti di lievito, verdure e grassi. Non è detto che siano la soluzione migliore se l’obiettivo è quello di ridurre l’assunzione di sale: possono infatti apportarne di più rispetto ai dadi classici, perché per dare sapore non ricorrono solo a spezie, erbe o succhi vegetali concentrati, ma anche a sale e a ingredienti ricchi di glutammato (come il miso). O a estratto di lievito, un esaltatore di sapidità che aumenta comunque la quantità di sodio presente nel dado.
Yogurt e latte senza grassi
Rispetto a molti altri europei, in Italia ne mangiamo poco e non arriviamo alle due-tre porzioni giornaliere consigliate dalle Linee guida per una sana alimentazione. Ma i fans dello yogurt (soprattutto donne e salutisti) non se lo fanno mancare e spesso preferiscono quello “magro”, ossia con meno o zero grassi. Ma un ampio studio (136mila persone in 21 paesi) pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet” ha rivelato che un consumo regolare di yogurt intero (così come di latte intero) si associa a minori probabilità di sovrappeso, obesità e malattie cardiovascolari. Merito del cosiddetto “effetto matrice”: il ricco mix di nutrienti presenti nei latticini interi aumentano i benefici dei singoli componenti, la maggior parte dei quali ha un effetto protettivo sulla salute umana. Inoltre i grassi sono dei fantastici “facilitatori”: aiutano ad assimilare meglio le vitamine liposolubili, come quelle antiossidanti (ad esempio la vitamina A e la E) e quelle di cui i latticini sono una fonte preziosa, come la vitamina D. Da ultimo: fare colazione con yogurt o latte intero fa sentire sazi più a lungo, e quindi evita la tentazione dello snack dolce di metà mattina.
Manuela Soressi
marzo 2023